di Luca De Rosa – Un appello ai compagni e alle compagne. Nel brevissimo tempo che è intercorso tra l’improvvisa caduta dell’amministrazione De Cristofaro e le elezioni ho cercato con altri cittadini di promuovere una partecipazione attiva e trasparente alla vita della città perché secondo noi vi era bisogno di una alternativa radicale ai metodi opachi e clandestini che caratterizzavano gli ultimi 18 anni di amministrazione.
È nata così “Alla luce del sole”, sotto i portici del comune, con una serie di incontri pubblici e aperti a tutti i cittadini e a tutte le associazioni e partiti che condividessero l’obiettivo. Abbiamo verificato che non era matura una nostra partecipazione diretta alle elezioni amministrative con una nostra lista e al contempo abbiamo preso atto che le forze politiche e civiche che potevano essere alternative alle amministrazioni uscenti avevano nel frattempo presentato formalmente le loro proposte con liste e candidati a Sindaco. Abbiamo dato il nostro contributo alla trasparenza e alla partecipazione preparando dieci domande per noi cruciali per la città e abbiamo organizzato durante la campagna elettorale una discussione pubblica (molto ben riuscita a detta di molti) con i candidati sindaci sulle dieci domande.
Io ho quindi scelto di sottoscrivere e di far sottoscrivere per la presentazione della lista di “Potere al Popolo”. PaP è oggi un partito, non più quella semplice lista con la quale ero stato candidato alle precedenti elezioni politiche della Camera. Io ho scelto di non aderire a PaP. Sono un iscritto del Partito Comunista Italiano. Solo pochi giorni prima invece nessuno degli aderenti di PaP ha voluto sottoscrivere la lista del mio partito che abbiamo provato a presentare alle elezioni europee.
In questa campagna elettorale ho cercato soprattutto di contrastare la deriva Salviniana, prendendo parte sotto la pioggia al corteo che contestava Salvini, bloccati con la forza da un incredibile schieramento di polizia, cantando Bella Ciao all’uscita dal Metropolitan di Salvini stesso, nonché evidenziando con diversi interventi sui social la natura del potere che ha amministrato Aversa negli ultimi 18 anni e della pericolosissima saldatura che esso poteva realizzare con un potere nazionale di tipo fascistoide. Mi sono per questo anche “meritato” uno sgradevolissimo comunicato stampa della Lega “ad personam”. Un vero onore per me.
Durante lo svolgimento della campagna elettorale, e soprattutto durante il confronto organizzato da “Alla luce del sole”, ho piacevolmente scoperto che il candidato Alfonso Golia poteva rappresentare, nel quadro di forze reali dato, una concreta possibilità di sconfiggere quel blocco di potere e di creare le condizioni per un radicale cambiamento del modo di amministrare la città, perché era riuscito a determinare un vero coinvolgimento popolare intorno al suo progetto di città.
La sua campagna zaino in spalla, quartiere per quartiere, ma anche la sua capacità di essere completamente autonomo da quel Pd che da 18 anni era la spalla comprimaria delle amministrazioni di destra senza essere reale opposizione, mi hanno convinto che poteva essere il grimaldello per spaccare quel grumo di potere che appesta la città da troppi anni.
La proposta di candidata sindaco di PaP non aveva le stesse caratteristiche e tra l’altro, non avendo partecipato alla scelta, mi sarei aspettato che l’indicazione ricadesse su una persona che fosse maggiormente riconoscibile per le battaglie fatte dalla nostra area politica sul territorio. Io l’ho potuta sentire per la prima volta esprimersi politicamente solo durante il suddetto incontro di “Alla luce del sole” e non mi ha impressionato particolarmente perché generica nei contenuti e mai diretta nell’indicare i nodi sociali ed economici delle questioni cruciali della città. Ho quindi contribuito economicamente alla campagna elettorale e ho votato e fatto votare la lista di PaP, esprimendo la mia personale preferenza per Giovanni Giovane, un compagno operaio con cui ho condiviso spesso pioggia e manganellate, e ho votato disgiuntamente per il candidato sindaco Alfonso Golia.
Ai compagni con cui mi sono confrontato in questa campagna elettorale ho rappresentato apertamente la mia scelta ed i motivi. Il risultato della lista PaP è stato dell’1%. Un dato che non mi piace affatto e che ci dovrebbe indurre tutti a una riflessione più attenta ed impietosa sui motivi di una tale inconsistenza e irrilevanza della nostra area politica. Leggo invece oggi un comunicato di PaP veramente incomprensibile, in cui si replicano i peggiori linguaggi delle nicchie di presunta purezza ideologica, rispolverando le categorie dei cacciatori di assessorati o dei traditori conniventi con il nemico, un nemico che è ovunque al di fuori di sé. Come si fa a non vedere che intorno alla figura di Alfonso Golia vi è un reale movimento popolare che chiede ad alta voce una città più giusta, più equa socialmente, più a misura degli uomini e delle donne di questa città? Come si fa ad ignorare l’entusiasmo che si sta ricostruendo alla partecipazione attiva intorno ad Alfonso? Come si fa ad ignorare che c’è la prima vera concreta possibilità da 18 anni a questa parte di uscire dalla mefitica palude di potere e malaffare in cui la città era stata imprigionata? Ma quale popolo pensiamo di rappresentare quando non ci accorgiamo neanche quando questo avanza e si mobilita sui nostri temi? Lo faremo chiusi nelle nostre pure e consolatorie nicchiette identitarie dove tutti siamo padroni delle nostre grandi verità?
Nella nicchia io avrò tempo per starci da morto. Per adesso sono vivo e non abbandono la mia intelligenza e la mia voglia di combattere. In questo ballottaggio con convinzione voterò ed invito tutti i compagni e le compagne a votare per Alfonso Golia. Sarebbe imperdonabile per me da comunista non aver fatto tutto il possibile fino in fondo per liberare la mia città dal malaffare ed impedire ai grumi di potere occulto il mortale abbraccio con le prospettive di governo fascistoide del paese.