“Nell’ambito della riforma fiscale gli 80 euro saranno riassorbiti”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, spiegando che “l’introduzione degli 80 euro da parte del governo Renzi fu una decisione sbagliata, anche tecnicamente fu un provvedimento fatto male e anche il precedente governo cercava di cambiarlo”.
Nei giorni scorsi, il vicepremier Salvini aveva parlato della possibilità di sforare il 3% nel rapporto deficit-Pil. Tria, intervenuto alla trasmissione Agorà su Rai3, ha quindi precisato: “Il deficit non è una decisione autonoma dai mercati, perché significa prendere denaro a prestito e il problema è che il deficit significa che qualcuno sia disponibile a prestarci del denaro a quel tasso di interesse. Inutile pensare di fare un deficit per 2-3 miliardi in più quando poi per fare questo dobbiamo fare interessi aggiuntivi per 2-3 miliardi. Salvini lo sa bene e non devo spiegare nulla a nessuno. C’è una campagna elettorale in atto”.
“Coperture su decreto famiglia non individuate” – Parlando delle coperture del decreto famiglia, Tria ha spiegato che “per ora non sono state individuate. Il provvedimento è stato rinviato. Non sappiamo cosa sia questo miliardo. Se si spenderà meno di quanto preventivato per il reddito di cittadinanza si saprà a fine anno e non adesso. E’ inoltre chiaro che queste spese non possono essere portate all’anno successivo”.
Secondo il ministro dell’Economia “nella seconda parte dell’anno potremo avere una ripresa più forte e dipende anche da quanto riusciamo a creare fiducia negli investitori e fiducia nei risparmiatori, che così possono utilizzare più reddito per i consumi. Per questo non bisogna creare allarmi per il futuro”. “La stabilità politica è uno dei fattori importanti della crescita, come quella sociale, e quella finanziaria. Abbiamo bisogno di tutte e tre queste stabilità per creare un ambiente per la crescita”, ha spiegato il ministro sollecitato sui dissidi tra i due partiti di governo. Tria, incalzato più volte su questo tema, ha sostenuto che “c’è una campagna elettorale in atto” e ha mostrato ottimismo sulla tenuta dell’esecutivo: ottimismo della volontà e pessimismo della ragione “in questo caso coincidono”.
La flat tax, secondo il ministro dell’Economia, “si può fare facendo delle scelte conseguenti dal lato della spesa. Bisogna vedere come viene fatta e e quale sia il percorso per fare questa riforma fiscale ma è chiaro che non potrà essere fatta tutta insieme. Bisognerà studiare tecnicamente un disegno che sia sostenibile e efficiente e poi la decisione sulla flat tax dipende da altre decisioni correlate: la legge di Bilancio e la politica economica devono essere un tutt’uno coerente. Non si fanno a pezzi”.
“Il bilancio italiano ammonta a circa 800 miliardi – ha precisato – e le scelte politiche sono come collocarli nei vari usi, sono scelte politiche, non tecniche. Si tratta di vedere dove mettere le risorse”. Quanto ai costi “ricordo che esattamente un anno fa si parlava di 50-100 miliardi di costo del contratto di governo, mi pare che alla fine abbiamo approvato una legge di bilancio con un deficit del 2 per cento e una spesa aggiuntiva di circa 10 miliardi, esattamente come stanziato dal governo Renzi per il bonus delle elezioni europee”.
Secondo Tria, è meglio avere più imposte dirette e meno Irpef: “è una mia posizione scientifica ed è un’opinione che riguarda la composizione del prelievo: non ha nulla a che vedere con l’ammontare delle tasse. La risoluzione da una parte chiede di evitare l’aumento dell’Iva dall’altro di mantenere gli obiettivi specificati nel Def. Nella legge di bilancio si dovrà vedere come trovare coperture alternative all’Iva per finanziare tutti i nostri programmi. Questo ha deciso il Parlamento e questo il governo e a questo il mio ministero sta lavorando. Tutto il resto sono chiacchiere”.