Napoli – “Lo scorso aprile abbiamo denunciato che la delibera di giunta comunale numero 136 del 31 marzo 2019 faceva lievitare notevolmente il costo di ogni decesso, arrivando a gravare sulle casse della famiglia fino al doppio. Il vicesindaco Enrico Panini ha risposto alle nostre rimostranze duramente, lasciando presupporre che ci muovessero interessi occulti. Ma siccome non abbiamo nulla da nascondere, noi non ci siamo lasciati intimorire e abbiamo portato nelle scorse ore le nostre motivazioni al Tar. Vediamo se la Giustizia amministrativa fa i conti con la calcolatrice nostra o con quella in dotazione a Palazzo San Giacomo”.
Lo raccontano Gennaro Tammaro e Alessio Salvato, delegati Efi (Eccellenza Funeraria Italiana) per Napoli. “La mia ditta – spiega Gennaro Tammaro – ha presentato il suo ricorso. Non escludiamo che altre imprese funebri possano fare altrettanto”. I fatti sono relativi a quello che i delegati campani di Efi hanno definito “Caro Morto”. Secondo Tammaro e Salvato, i costi a carico di chi sostiene le spese funebri sono aumentate a dismisura con la delibera di Giunta sopracitata; non solo, ma hanno anche contestato le modalità di presentazione del nuovo tariffario: la delibera che stabilisce il nuovo tariffario per le attività cimiteriali “non è una delibera che doveva passare in Giunta, bensì in Consiglio”, hanno sostenuto immediatamente.
Diversa la posizione del Comune, con Enrico Panini (vicesindaco con delega ai Cimiteri) che ribatteva in un comunicato stampa confermando la bontà dei calcoli comunali e sostenendo che dietro alla denuncia ci fossero interessi volti alla “privatizzazione dei cimiteri”. “È un’accusa che ci ha colpiti – spiegano Tammaro e Salvato – ma abbiamo atteso di consultarci coi legali, e che un nostro consociato avviasse l’iter legale, per dimostrare che non abbiamo certo paura di confrontarci in totale trasparenza con questa amministrazione che più di una volta è stata carente su un tema così delicato”.