Cinque persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Como nell’ambito di un’inchiesta su un presunto giro di tangenti che, secondo l’accusa, sarebbero state pagate da alcuni imprenditori comaschi, per il tramite di due notissimi commercialisti della città, all’ex direttore dell’Agenzia delle entrate di Como e al capo dell’ufficio legale della stessa Agenzia.
Il Gruppo Tutela Economica e Finanziaria delle Fiamme gialle ha eseguito quattro misure cautelari in carcere e una agli arresti domiciliari, firmate dal gip del Tribunale lariano. In cella sono finiti: i commercialisti Antonio e Stefano Pennestrì, padre e figlio, accusati di corruzione e di concorso in rivelazione di segreti d’ufficio; sono stati condotti in carcere anche Roberto Leoni, fino al 31 dicembre scorso direttore dell’Agenzia delle Entrate di Como e, attualmente, ai vertici dell’ufficio di Varese, e Stefano La Verde, capo team dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate lariana. Agli arresti domiciliari, fermato nella notte al suo rientro dall’estero, l’imprenditore tessile comasco Andrea Butti, della Tintoria Butti srl.
I finanzieri hanno anche eseguito numerose perquisizioni in diverse ditte tessili della provincia di Como, aziende che – si sospetta – avrebbero ottenuto favori e sconti sugli accertamenti fiscali grazie al rapporto esistente tra lo studio Pennestrì e l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate in città. Nel corso dell’indagine, coordinata dal pubblico ministero Pasquale Addesso, è stato anche ripreso in diretta il passaggio di consegna di una mazzetta da 2mila euro, consegnata da Stefano Pennestrì al capo dell’ufficio legale dell’Agenzia per essersi prodigato a far vincere una controversia davanti ai giudici della commissione tributaria all’imprenditore Butti.
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