A Napoli la polizia ha arrestato cinque uomini ritenuti appartenenti alla banda del buco che l’11 giugno aveva messo a segno una spettacolare rapina alla “Gioielleria Trucchi”, nel quartiere Chiaia. Si tratta di specialisti che avevano compiuto dei colpi anche in alcuni uffici postali.
L’11 giugno la banda era passata dalla rete fognaria ed era entrata nella gioielleria impadronendosi di orologi e preziosi dal valore di 800mila euro, prendendo poi in ostaggio il proprietario. Le altre rapine erano state compiute in un istituto bancario in piazza Carità e nell’ufficio postale in via Pontano. Anche in quei casi i banditi hanno usato le fogne per arrivare ai loro obiettivi e poi per dileguarsi.
Destinatari dell’ordinanza sono Gennaro Panaccio, 55 anni, Ciro Caso, 39 anni, Antonio Caccavallo, 35 anni, Rosario Lucente, 58 anni, Salvatore Prinno, 36 anni, Ciro D’Ambrosio, 62 anni, Salvatore Troise, 45 anni, Franco Raiola, 37 anni, e Benedetto Ricci, 77 anni, tutti con precedenti penali, ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio con la tecnica del buco, rapina aggravata, furto aggravato, porto e detenzione di armi comuni da sparo; erano stati sottoposti a fermo il 22 giugno scorso.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Napoli, ha avuto inizio a seguito di un tentativo di rapina commesso, il 27 febbraio scorso a danno di un ufficio postale di corso Vittorio Emanuele, con la cosiddetta “tecnica del buco”. Nell’occasione sono stati acquisiti importanti elementi investigativi che hanno consentito di individuare alcuni soggetti dediti stabilmente alla commissione di rapine in danno di istituti bancari ed attività commerciali, con la citata tecnica. All’esito di un’intensa attività investigativa, è stata accertata l’esistenza di una strutturata ed importante organizzazione criminale all’interno della quale sono stati individuati i ruoli ed i compiti assegnati ai vari sodali.
Agli indagati vengono contestati i seguenti episodi criminali. Tentata rapina commessa in data 27 febbraio 2019, consistita nell’eseguire lavori di scavo del sottosuolo in prossimità dell’ufficio postale sito in questo Corso Vittorio Emanuele, fino a giungere ad una distanza di poche decine di centimetri dai locali e nell’eseguire sopralluoghi finalizzati a verificare la presenza di eventuali telecamere di sorveglianza ovvero di altri ostacoli alla fuga, atti diretti in modo non equivoco ad impossessarsi, con minaccia e violenza, anche con l’uso di armi, del denaro e degli altri valori custoditi all’interno del predetto ufficio postale;
Furto commesso in data 12 aprile 2019 in un tabacchi sito in questa piazza Nicola Amore laddove, dopo avere eseguito lavori di scavo nel sottosuolo, si sono introdotti all’interno, impossessandosi della cassaforte a muro contenente valori bollati ed effetti cambiari in bianco del Poligrafico dello Stato; Tentata rapina commessa in data 15 maggio 2019 ai danni dell’Ufficio Postale sito in questa via Bellini, laddove erano stati eseguiti lavori di scavo nel sottosuolo in prossimità del predetto ufficio postale attestanti il compimento di atti diretti in modo non equivoco ad impossessarsi, con minaccia e violenza, anche con l’uso di armi, del denaro e degli altri valori custoditi all’interno del predetto ufficio postale; Rapina consumata il 4 giugno 2019 a danno di un ufficio postale di questa via Pontano, dove, mediante minaccia, consistita nel puntare una pistola all’indirizzo dei dipendenti e nell’intimare alla direttrice di aprire la cassaforte, si impossessavano della somma di 30mila euro circa, allontanandosi poi attraverso un foro praticato nel pavimento;
Rapina consumata l’11 giugno 2019 in danno della gioielleria “Trucchi” sita in via Santa Caterina a Chiaia dove, mediante minaccia, consistita nell’immobilizzare un dipendente dell’esercizio commerciale e nel puntare al suo indirizzo una pistola e mediante minaccia, consistita nel puntare la pistola all’indirizzo degli agenti di Polizia successivamente intervenuti, si impossessavano di numerosi orologi di valore ed oggetti preziosi custoditi all’interno della cassaforte, del valore di oltre 800mila euro. In questi due ultimi episodi è stata contestata agli indagati, in concorso tra loro, la detenzione e il porto di armi comuni da sparo; L’11 giugno scorso, poche ore dopo la rapina consumata alla gioielleria Trucchi, in un appartamento sito nel quartiere Ponticelli, all’esito di un rocambolesco inseguimento sui tetti degli stabili del “Lotto 0”, è stata rinvenuta parte della refurtiva asportata dai rapinatori.
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