Svolta nell’omicidio di Umberto Ranieri, morto a marzo scorso dopo essere stato aggredito con un pugno a largo Preneste, periferia di Roma, ed essere caduto violentemente con la nuca a terra. Un 18enne di origini tunisine è stato fermato dai carabinieri della compagnia Casilina che indagano sulla vicenda.
Il pittore Umberto Ranieri, 55enne della provincia di Chieti, in arte Nniet Brovdiin, morì dopo tre giorni dall’aggressione, nel reparto rianimazione dell’Ospedale San Giovanni. La vicenda risale allo scorso 17 marzo quando l’artista venne aggredito a largo Preneste da un gruppo di persone che stanziavano proprio in quella piazza. Secondo le testimonianze dei pochi testimoni presenti, Ranieri fu colpito da un pugno al volto, poi la rovinosa caduta con la testa a terra. Sul perché si sia arrivati al pugno ancora non è chiaro. Tra le ipotesi quella che che il ragazzo avrebbe colpito Ranieri al termine della degenerazione di un alterco nato in seguito all’invito rivolto dal 55enne al gruppo di giovani, affinché non sporcassero il luogo in cui stavano consumando una bustina di semi di girasole.
Umberto Ranieri era solito frequentare i giardinetti di largo Preneste e spesso si avvicinava alle panchine, di notte frequentate da sbandati, per raccogliere e buttare le bottiglie di birre vuote lasciate sull’asfalto. Probabilmente ha infastidito qualcuno. Ma le indagini seguono anche la pista omofoba. I carabinieri hanno cercato di ricostruire la vicenda per identificare il picchiatore e i suoi amici, tutti molto giovani, tra i 25 e i 35 anni, di carnagione chiara. Poi la svolta nelle indagini condotte dai carabinieri coordinati dal comandante Nunzio Carbone e il fermo del 18enne.
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