Samir Bougana, nato 25 anni fa a Govardo, in provincia di Brescia, e vissuta nelle province di Mantova e Cremona, si era radicalizzato arrivando a combattere in Siria, come “foreign fighter”, prima con le milizie vicine ad Al Qaeda e successivamente con l’Isis.
L’italo-marocchino è stato arrestato in Siria dalla Polizia nell’ambito di un’indagine della procura di Brescia partita nel 2015. Nei confronti del ragazzo, che è già arrivato in Italia, pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo. Aveva raggiunto la Siria nel 2013 partendo dalla Germania, dove si era trasferito e dove si era radicalizzato entrando a contatto con ambienti integralisti islamici.
E sono state proprio le autorità tedesche ad inviare una segnalazione all’Antiterrorismo della Polizia: gli agenti di Berlino avevano iniziato infatti ad indagare sulla moglie di Bougana, una donna di origine turca che si era trasferita anche lei in Siria. La coppia ha avuto tre figli, nati tutti e tre durante il conflitto. Sono così partite le indagini prima della Digos di Mantova e poi di quella di Brescia, che hanno portato all’arresto di oggi.
Un’operazione resa possibile grazie anche alla stretta collaborazione con l’Fbi e al contributo degli uomini dell’Aise, l’Agenzia per la sicurezza esterna, e della Farnesina: sono stati infatti gli americani a tenere i contatti con le forze curdo-siriane alle quali Bougana si era arreso ad agosto 2018.
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