Amr e la Caritas di Aversa: don Carmine Schiavone ricorda Padre Vincenzo Romano

di Redazione

Batte sempre forte il “cuore” di padre Vincenzo Romano attraverso l’associazione “Amr – Alfonso e Meri Romano onlus”, questa volta con un proprio contributo alla Caritas diocesana di Aversa che da sempre, sotto la splendida guida di don Carmine Schiavone, si occupa di sostenere, tra le svariate iniziative, soprattutto l’infanzia senza fissa dimora o comunque bisognosa di cure e sostentamento. Abbiamo chiesto a don Carmine, anche perché oggi, 27 giugno, ricorre la nascita di don Vincenzo Romano, un ricordo del sacerdote.

Don Carmine, di chi si occupa la Caritas di Aversa: chi ospita e come opera sul territorio? “La Caritas diocesana è l’organismo pastorale che ha il compito di animare le comunità ecclesiali per interventi concreti con carattere promozionale e ove possibile preventivo. La Caritas cerca di essere attenta al territorio, con i suoi abitanti, le istituzioni, i servizi, le diverse realtà sociali, e si impegna a collaborare in maniera sinergica con quanti si occupano di servire l’uomo, specie se povero. Il nostro centro di accoglienza ‘Gratis Accepistis’ è divenuto negli anni un luogo di sosta, ma soprattutto di ripartenze per persone che vivono particolari fragilità, quali: povertà economica, solitudine, tossicodipendenze, salute mentale, violenze intrafamiliari, uomini e donne con trascorsi di detenzione giudiziale”.

Come e quando avete conosciuto Padre Vincenzo Maria Romano? “Ho conosciuto padre Vincenzo durante i miei anni di formazione in Seminario. Ho avuto modo di frequentarlo anche da sacerdote ed è stato per me sempre uno stimolo ad una crescita umana ed intellettuale. La sua umanità e attenzione al prossimo sono state e sono una grande ricchezza per me”. Come sono stati utilizzati i soldi che Amr ha stanziato l’anno scorso per la Caritas? “I soldi devoluti sono stati utilizzati per prevenire la dispersione scolastica e contrastare il fenomeno della povertà educativa, ossia quella particolare deprivazione del diritto di un bambino ad apprendere, formarsi, sviluppare capacità e competenze, coltivare le proprie aspirazioni e talenti. Nello specifico, è stato realizzato un progetto socio-educativo teso alla promozione del benessere di un ragazzino, mediante la sua partecipazione attiva a percorsi ludici, formativi e sportivi”.

Possiamo dare un nome al bambino adottato? In che modo l’aiuto di Amr ha cambiato il suo presente? Il ragazzino in questione di chiama Emanuele. Amr ha sicuramente sostenuto il percorso di crescita di Emanuele donandogli altresì la rinnovata possibilità di scegliere, di fare una valutazione accurata delle proprie aspirazioni e perché no… anche di sognare!”. A cosa serviranno i soldi che quest’anno Amr ha stanziato nuovamente per voi? “Le risorse economiche saranno impegnate nel rafforzamento del già esistente doposcuola pomeridiano, servizio erogato da Caritas per tutti quei bambini che hanno necessità di essere guidati nei loro percorsi educativi, in assenza di strumenti e\o stabili riferimenti all’interno delle loro famiglie d’origine. Il servizio prevede un accompagnamento degli allievi durante l’anno scolastico, al fine di consentire un adeguato percorso di apprendimento e l’acquisizione progressiva di autonomie tali da favorire l’integrazione e il successo a scuola. L’obiettivo del doposcuola diviene quindi non solo quello di favorire l’apprendimento ma anche e soprattutto quello di offrire ai bambini ed ai ragazzi, un momento volto all’interiorizzazione di un’esperienza di studio positiva e diversa, in un ambiente motivante e non giudicante, al fine di favorire il benessere scolastico e la qualità della vita”.

Amr, da statuto, può sostenere progetti solo rivolti all’infanzia, come riesce la Caritas di Aversa a sostenere l’infanzia? “Oltre al già citato servizio di doposcuola, vengono promosse attività sportive, canale privilegiato per imparare a stare in gruppo, sostenendo la socializzazione, nonché per prepararli alle sfide della vita. Inoltre, sempre nell’ambito del sostegno all’infanzia, la Caritas Diocesana di Aversa ha valorizzato l’istituto dell’affidamento familiare attraverso un progetto che è nato dall’esigenza di costruire una cultura dell’affido attraverso un lavoro di rete che ha visto e vede tuttora coinvolti sia professionisti operanti nel settore che realtà pubbliche e private presenti sul territorio della Diocesi di Aversa, nonché le famiglie che già fanno esperienza diretta dell’affidamento familiare e/o che intendono conoscere i soggetti e le dinamiche di suddetto istituto.  A tal proposito divulghiamo, con mirati percorsi formativi ed esperienziali, il valore dell’affido come risposta ai diritti dei bambini attraverso un’azione consapevole e partecipata di co-genitorialità tra le famiglie affidanti e quelle affidatarie”.

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