Camorra, cade accusa di associazione mafiosa per la sorella del boss Zagaria

di Redazione

Condannate le donne del clan Zagaria ma dimezzate le pene nel  verdetto del processo in Corte di Appello a Napoli nell’ambito dell’inchiesta sugli stipendi del clan. Secondo la tesi accusatoria la sorella del boss  Michele Zagaria, detenuto al 41 bis a Tolmezzo, e le cognate, tre donne, avrebbero ricevuto stipendi, di cui sapevano la provenienza illecita, che avrebbero consentito loro di condurre una vita nel luss.

Tre anni è stata la pena inflitta, questa mattina, a Beatrice Zagaria detenuta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. La sorella dell’ex primula rossa è stata assolta dall’associazione camorristica e condannata solo per la ricettazione dei soldi del clan dei Casalesi (aggravata dall’articolo 7 aggravante mafioso).

In primo grado era stata condannata a sei anni.  Sono state condannate a due anni per ricettazione ma senza articolo 7 le cognate Patrizia Martino, Francesca Linetti e Tiziana Piccolo (rispettivamente mogli dei fratelli Antonio, Pasquale e Carmine Zagaria) accusate di ricettazione per aver percepito lo “stipendio” mensile dal clan, furono condannate a tre anni di reclusione in primo grado. Completamente assolta  Paola Giuliano.  Nel collegio difensivo sono stati  impegnati gli avvocati Angelo Raucci, Ferdinando Letizia, Giuseppe Stellato, Andrea Imperato e Stefano Marton.

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