Coltello e abiti sporchi di sangue trovati nella stanza dell’albergo di Roma, dove alloggiavano Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due americani fermati per la morte di Mario Cerciello Rega. La lama era nascosta dietro a un pannello del soffitto. I due, di 19 e 18 anni, sono stati fermati per tentata estorsione e omicidio aggravato in concorso. Hanno confessato: l’autore materiale dell’omicidio è Finnegan. “Non pensavo fosse un militare”, ha detto.
La confessione e lo scambio di accuse – “Non pensavo fosse un carabiniere, avevo paura di essere nuovamente ingannato”. E’ quanto ha affermato agli inquirenti Lee Elder Finnegan, il 19enne che ha confessato di essere l’autore materiale dell’omicidio del vice brigadiere Rega. Lee Elder avrebbe dunque negato che il carabiniere si sia qualificato o comunque “si sarebbe nascosto dietro la propria difficoltà di comprendere la lingua italiana”. L’altro statunitense, invece, ha ammesso che il militare si era qualificato. I due si accusano a vicenda riguardo l’occultamento dell’arma del delitto.
La ricostruzione – I due ragazzi statunitensi fermati avrebbero sottratto uno zaino a un cittadino italiano, che dopo aver telefonato al suo cellulare è stato minacciato dai due: la restituzione sarebbe stata possibile solo dietro il pagamento di 100 euro e di un grammo di cocaina. E’ la ricostruzione resa nota dai carabinieri che indagano sulla vicenda. Successivamente, i militari contattati dalla vittima che aveva denunciato l’accaduto, si sono presentati all’appuntamento per bloccare i responsabili che, nonostante i carabinieri si fossero qualificati come appartenenti all’Arma, non avrebbero esitato a ingaggiare una colluttazione culminata con le coltellate che hanno ucciso il vice brigadiere.
Il legale di Finnegan Lee: “E’ psicologicamente provato” – “Il mio assistito è psicologicamente provato. Oggi abbiamo deciso di avvalerci della facoltà di non rispondere, per rispetto del militare deceduto non vogliamo dire nulla di più”, ha dichiarato l’avvocato Francesco Codini, difensore di Finnegan Lee, al termine dell’interrogatorio di convalida del fermo chiesto dalla Procura di Roma. Il gip si è riservato di decidere.
Le indagini – Dopo l’aggressione, le indagini sono proseguite incessantemente. La visione delle immagini di video sorveglianza (guarda qui) e le testimonianze hanno consentito agli inquirenti del Nucleo Investigativo capitolino di individuare i due responsabili dell’efferato delitto, che erano già pronti per lasciare il territorio nazionale. Nel corso della perquisizione della camera d’hotel è stata rinvenuta e sequestrata l’arma del delitto, un coltello di notevoli dimensioni, abilmente nascosto dietro ad un pannello a sospensione del soffitto, nonché gli indumenti indossati durante la commissione del reato. I due, una volta in caserma, sono stati interrogati e di fronte a prove schiaccianti, hanno confessato. Era nascosto in una fioriera all’esterno dell’albergo dove alloggiavano i due ragazzi lo zainetto rubato a Trastevere. E’ quanto emerge dal decreto di fermo dei due americani. A riconoscerlo anche il proprietario.
La camera ardente – Sarà domani pomeriggio, domenica 28 luglio, a Roma la camera ardente del vice brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Sarà aperta dalle 16 alle 20.30 nella cappella di piazza Monte di Pietà, a pochi passi dalla caserma dei carabinieri di piazza Farnese dove da anni il militare prestava servizio.