Ci risiamo: un’altra processione si ferma davanti casa di un boss

di Redazione

Un’altra icona sacra che si “inchina” davanti casa di un boss. La sosta, non prevista e decisa dal sacerdote, ha scatenato non poche polemiche. E’ successo a Villafrati, in provincia di Palermo, di fronte all’abitazione di Ciro Badami, uno dei fedelissimi di Bernardo Provenzano, attualmente in carcere. Il maresciallo dei carabinieri e il sindaco si sono subito allontanati dalla processione. Il caso è stato segnalato alla procura, al prefetto e all’arcivescovo di Palermo.

Il prete avrebbe anche scambiato un saluto con la moglie del boss. “Se quel sacerdote fosse stato un mio assessore lo avrei già cacciato. – commenta il sindaco di Villafrati, Francesco Agnello, alla guida di una giunta di centrosinistra – Io non so se il sacerdote sapesse o meno che quella è l’abitazione di un mafioso condannato: c’era la porta aperta, accanto era stato sistemato un piccolo altare. Ma non ci possono essere equivoci davanti a certe situazioni. E Villafrati ha fatto ormai da anni delle scelte chiare, che non cambieranno di certo per i comportamenti di poche persone”. “La famiglia di questo mafioso – continua il primo cittadino – non ha mai manifestato una presa di distanza dai comportamenti del proprio congiunto. Ecco perché quella sosta la considero inaccettabile. Un evento ancora più grave di un inchino, la porta di casa aperta è un segnale chiarissimo”.

Badami fu arrestato nel 2005 per aver fatto parte della rete di comunicazione di Provenzano. Dopo 10 anni venne di nuovo arrestato perché ritenuto reggente della mafia locale.

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