Roberto Formigoni esce dal carcere di Bollate e va ai domiciliari. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano accogliendo la richiesta dell’ex governatore lombardo, condannato a 5 anni e 10 mesi per corruzione. I domiciliari li sconterà ospite di un amico in una casa a Milano e, con tutta probabilità, gli sarà inoltre concesso di fare volontariato in un convento di suore. Per i giudici, Formigoni “ha compreso gli sbagli”.
Il sostituto procuratore generale di Milano, Nicola Balice, ha dato parere favorevole all’istanza con cui la difesa di Roberto Formigoni ha chiesto ai giudici della Sorveglianza che l’ex Governatore potesse espiare la pena dei 5 anni e 10 mesi di carcere inflitti in via definitiva per il caso Maugeri in detenzione domiciliare perché ultrasettantenne.
Il pg in udienza si è detto favorevole alla scarcerazione, da quanto è trapelato, riferendosi alla legge “spazzacorrotti”. E avrebbe sostenuto che la collaborazione di Formigoni, fino ad ora a Bollate, sarebbe impossibile in quanto le varie sentenze emesse nei vari gradi di giudizio hanno già ricostruito e verificato i fatti di corruzione contestati anche ad altri. I difensori di Formigoni, gli avvocati Mario Brusa e Luigi Stortoni, avevano sollevato proprio la questione della irretroattività della “spazzacorrotti”, legge che ha imposto una stretta sulle misure alternative al carcere per i condannati per corruzione. Formigoni, che ha voluto essere presente in udienza davanti al collegio presieduto da Giovanna Di Rosa, avrebbe detto di avere accettato la condanna, requisito indispensabile per ottenere i benefici penitenziari.
La settimana scorsa, per la prima volta, a sette anni dall’inizio dei guai giudiziari per il caso Maugeri-San Raffaele, l’ex governatore aveva ammesso le proprie responsabilità e aveva detto: “Comprendo il disvalore dei miei comportamenti”. Formigoni si trovava nel carcere di Bollate dal 22 febbraio da quando, dopo la pronuncia della Cassazione, la condanna dell’ex governatore è diventata definitiva.
Formigoni ha “riletto la sua vicenda comprendendone gli sbagli” a partire dalla sua “amicizia con Dacco'”, comprese le “vacanze in yacht”, e per lui, condannato in via definitiva per il caso Maugeri, anche se volesse, non c’è più “spazio” per collaborare. Lo scrive il Tribunale di Sorveglianza nel provvedimento con cui gli ha concesso i domiciliari all’ex governatore. I giudici valorizzano il “basso profilo” da lui tenuto in carcere con i detenuti che, in quanto ex politico, gli hanno fatto molte richieste.