Marcianise, omicidio durante faida nel 1997: accuse per il boss Belforte e altri affiliati

di Redazione

Nella mattinata del 31 luglio, tra i penitenziari di Milano, Cuneo, Parma e Roma, i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno notificato a quattro esponenti del clan camorristico dei Belforte di Marcianise un’ordinanza cautelare, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della locale procura antimafia, in quanto accusati, a vario titolo, di omicidio. Si tratta di: Domenico Belforte, 62 anni, ritenuto elemento di spicco dell’omonimo clan detto anche dei “Mazzacane”, e di tre altri tre uomini orbitanti nell’organizzazione criminale: Gennaro Buonanno, 70, Pasquale Cirillo, 48, e Luigi Trombetta, 53, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di due omicidi.

Il provvedimento restrittivo costituisce il risultato di un’attività investigativa, condotta nell’anno 2017, consequenziale alle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia che hanno consentito di individuare gli autori dell’omicidio di Giovanni Battista Russo, nato nel 1945, assassinato a Marcianise il 9 gennaio 1997. L’omicidio, di chiara natura camorristica, si inserisce a pieno titolo nella guerra che vide tra gli anni 1986/2007 contrapposti due clan, i Belforte e i Piccolo (detti anche i “Quaqquaroni”), per l’egemonia territoriale dei traffici illeciti nell’area di Marcianise.

I destinatari del provvedimento cautelare hanno avuto i seguenti ruoli: Domenico Belforte mandante dell’omicidio; Buonanno fornitore delle armi utilizzate per il delitto; Cirillo esecutore materiale, insieme a Bruno Buttone, ora collaboratore di giustizia; Trombetta “specchiettista”. La scelta della vittima, appartenente al gruppo Piccolo, era stata dettata in virtù della partecipazione di Russo ad omicidi compiuti a danno di affiliati al gruppo Belforte.

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