I 46 migranti a bordo del veliero “Alex” della Ong Mediterranea, che nel pomeriggio di sabato aveva forzato il blocco e aveva attraccato nel porto di Lampedusa, sono stati fatti sbarcare in tarda serata per effetto del sequestro penale disposto di iniziativa dalla Guardia di finanza. Lo fa sapere il Viminale, aggiungendo che l’equipaggio è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Un’altra imbarcazione, la Alan Kurdi, ha invece cambiato rotta verso Malta, lasciando le acque al largo di Lampedusa. “Non possiamo aspettare finché lo stato di emergenza non prevale”, fa sapere la Ong “Sea Eye”. “Ora – aggiunge quest’ultima – si deve dimostrare se gli altri governi europei appoggiano l’atteggiamento dell’Italia”. Altri piccoli sbarchi si sono verificati in giornata tra Sardegna e Puglia.
La tensione nel corso della giornata si è fatta sentire anche tra il Viminale e il ministero della Difesa, con il primo che accusa il secondo di voler aiutare “per trasportare le navi” invece che “per bloccarle”. Fonti delle Difesa hanno replicato in serata: “Forse al Viminale non sanno come funzionano le cose, non sanno che gli Stati maggiori si relazionano con tutte le articolazioni dello Stato, incluso il Viminale stesso. Quanto riportato in queste ore ci sorprende, siamo alla mitologia. Lo ripetiamo: esigiamo rispetto per i nostri militari”.
Intanto, un esposto alla Procura di Agrigento sulle procedure che sono state seguite nei confronti della Alex, l’imbarcazione alla quale era stato intimato dalle autorità italiane di recarsi a Malta come “porto sicuro”, è stato presentato dai legali di Mediterranea Human Savings prima ancora dell’approdo a Lampedusa. Lo ha detto il capo missione Erasmo Palazzotto, parlamentare di Leu.