Ci sono anche il capogruppo del Pd al consiglio regionale della Calabria, Sebastiano “Seby” Romeo, e quello di Fdi, Alessandro Nicolò (eletto con FI e poi passato in Fdi nel gruppo misto) tra gli arrestati dell’operazione della polizia contro la ‘ndrangheta che ha colpito la cosca Libri. Il primo è stato condotto ai domiciliari, mentre il secondo è stato portato in carcere. Decine di agenti della squadra mobile di Reggio e dello Sco hanno eseguito 17 misure cautelari (12 in carcere e 5 ai domiciliari), chieste dalla Direzione distrettuale antimafia e firmate dal gip nell’ambito dell’inchiesta “Libro nero”.
Sono finiti in carcere anche il presidente dell’Ance Calabria (Associazione nazionale costruttori edili) Francesco Berna, e suo fratello Demetrio Berna, già consigliere al Comune di Reggio Calabria nel 2002 e 2007, oltre che assessore al Bilancio tra il 2011 ed il 2012. Secondo gli inquirenti diversi imprenditori, politici e un esponente delle forze dell’ordine erano al servizio della cosca. Il clan avrebbe avuto influenza in diversi settori economici e svolto un ruolo “centrale” in occasione delle elezioni regionali del 2014. Tra gli indagati in libertà c’è Demetrio Naccari Carlizzi ex consigliere regionale Pd e cognato del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà estraneo all’inchiesta. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha fatto sapere che gli esponenti Dem coinvolti sono stati sospesi. E Fdi ha allontanato Nicolò dal partito.
Nei confronti dei destinatari dell’ordinanza, la maggior parte dei quali affiliati, gli inquirenti ipotizzano, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, turbata libertà degli incanti, porto illegale di arma e tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Il settore edilizio, quello immobiliare e quello della ristorazione: il blitz della polizia ha consentito di portare alla luce come l’organizzazione avrebbe messo le mani su diversi settori economici di Reggio Calabria, attraverso il controllo di diverse società, il cui valore complessivo ammonta a diversi milioni di euro.
La cosca Libri, secondo gli inquirenti, è stata capace di infiltrarsi nelle dinamiche politico-elettorali del territorio cittadino, gestendo un consistente bacino di voti, convogliandoli a favore di soggetti compiacenti. I Libri avrebbero elaborato raffinate strategie finalizzate a consentire l’elezione di soggetti che potessero agire quali loro preposti negli organismi istituzionali. Gli investigatori mettono in evidenza l’ascesa politica fino al Consiglio Regionale. L’attività di indagine avrebbe fornito importanti elementi sulla centralità del ruolo esercitato del clan in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale del novembre 2014. In quella tornata elettorale, la consorteria avrebbe convogliato parte del proprio cospicuo bacino di preferenze elettorali, in cambio di favori.
L’inchiesta della Dda ha portato anche alla scoperta di un tentativo di corruzione. Per questa vicenda sono stati posti agli arresti domiciliari anche un appartenente alle forze dell’ordine, con l’accusa di concorso in tentata corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Il patto corruttivo, secondo l’accusa, prevedeva che il politico regionale ricevesse, in cambio di favori, informazioni riservate su processi in corso, dall’appartenente alle forze dell’ordine, attraverso la mediazione del politico locale.
Nell’ambito dell’inchiesta sono coinvolti anche i fratelli Berna, imprenditori del settore edilizio. Secondo l’accusa, i due sarebbero diretta espressione della cosca Libri che, in quanto tali, da un lato avrebbero sempre goduto della protezione dei soggetti apicali della consorteria di ‘ndrangheta, riuscendo ad avviare e far crescere in modo esponenziale le proprie attività imprenditoriali, dall’altro l’avrebbero, a loro volta, finanziata. Nel corso del tempo, i fratelli Berna hanno conquistato posizioni di assoluto rilievo nel panorama edilizio ed immobiliare di Reggio Calabria. Ad essi sono oggi riconducibili diverse imprese e società, sottoposte a sequestro. In carcere anche imprenditori attivi nell’immobiliare e nella ristorazione, un avvocato penalista e un medico dentista, con l’accusa, a vario titolo, di far parte della cosca Libri o di averla favorita nei processi di sviluppo del potere criminale.
“Esprimiamo pieno sostegno al lavoro della magistratura in Calabria. Tra gli indagati vi sono anche esponenti del Pd, per i quali la commissione di garanzia ha già provveduto immediatamente alla sospensione dal partito in attesa dell’esito delle indagini”, ha detto il leader del Pd Nicola Zingaretti, che sottolinea come “sia necessario “un radicale processo di rinnovamento della classe politica calabrese”. In precedenza il senatore Dem Ernesto Magorno aveva annunciato: “Mi autosospendo dal partito fino a quando non si farà chiarezza. Le notizie relative all’operazione impongono un serio intervento del Pd nazionale in Calabria”.
In una nota Fdi scrive: “Complimenti alla Polizia di Stato, alla Dda e alla Procura di Reggio Calabria per l’operazione che ha inferto un duro colpo alla cosca Libri. Annunciamo che Alessandro Nicolò è stato immediatamente allontanato da Fratelli d’Italia a scopo cautelativo, e che siamo pronti a costituirci parte civile in un eventuale processo a suo carico. Ci consideriamo, infatti parte lesa in questa vicenda, giacché sono note le nostre storiche battaglie contro ogni forma di criminalità organizzata”.