Ospedale Aversa, trovata formica nel tè: altri dipendenti sospesi in Gastroenterologia

di Nicola Rosselli

Dopo i tre dipendenti (tre medici, tra cui il primario del reparto di Ostetricia-Ginecologia) dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa sospesi per aver litigato davanti a pazienti e familiari (leggi qui), è la volta di altri tre dipendenti, questa volta del reparto di Gastroenterologia, dopo che una paziente ha trovato una formica che camminava sul bordo di una tazza di tè.

La paziente e i suoi familiari hanno pensato bene di non protestare con il personale ospedaliero, ma di rivolgersi direttamente ai poliziotti del locale commissariato che hanno avviato le indagini per cercare di capire come sia potuto verificarsi la presenza dell’insetto sulla stoviglia portata in corsia. Anche in questo caso, come già avvenuto in precedenza, la direttrice sanitaria del presidio ospedaliero aversano, Angela Maffeo, ha dato seguito alla vicenda adottando altri tre provvedimenti di sospensione dal servizio per il caposala del reparto di gastroenterologia, per un infermiere in servizio e per un altro, appartenente ad un altro reparto, ma che in Gastroenterologia stava svolgendo lavoro straordinario che non si è capito bene da chi autorizzato.

Due episodi da sospensione in pochi giorni, con i sindacati che accusano la Maffeo che, intanto, dovrà fare posto al neo direttore sanitario Bruno Tornincasa, nominato ieri dalla direzione generale dell’Asl Caserta (leggi qui). Chi ha ragione? Gli episodi possono essere spiegati con un atteggiamento di lassismo da parte dei dipendenti, medici o infermieri che siano? Domande destinate a non avere una risposta, almeno pubblica. «Purtroppo, – afferma Maffeo – ho il silenzio stampa dall’azienda. Non posso rispondere, mi comprenderete». Un silenzio che, però, non impedisce ai sindacati di dare corso all’ennesima nota, firmata da Giuseppe Nacchia, inviata ai massimi dirigenti dell’Asl di Caserta, dal titolo significativo: «Colpevole silenzio». «Mai paga delle sue prodezze, – scrive l’esponente della Fials aziendale – la dottoressa Maffeo ha deciso il superamento di ogni remora e di emettere provvedimenti che possono essere definiti destabilizzanti, come quello del 18 giugno scorso che provocherà catastrofiche conseguenze se attuato, dove l’Unità operativa di Medicina Generale resterà senza la presenza del dirigente medico nel turno notte. Non è possibile nemmeno ipotizzare cosa potrebbe succedere, le gravi conseguenze per gli ammalati ed i rischi del personale del comparto, lasciato in balia dei quattro venti».

Si passa, poi, ai provvedimenti disciplinari di sospensione dal servizio: «Giunge, poi, l’eco della sua spericolata acrobazia direzionale: la dottoressa Maffeo ha emesso, in data 12 luglio scorso, un provvedimento di sospensione per quattro infermieri dell’unità operativa di Gastroenterologia, perché nel contenitore del pasto, ermeticamente chiuso, è stata rinvenuta una formica. Provvedimento che, preso ex abrupto, non le ha consentito di verificare modalità e cause. Tantomeno quale personale era in servizio, all’ora del fatto contestato. Il pranzo, infatti, non è prodotto in loco ma arriva dalla cucina, gestita da una ditta esterna, e potrebbe essere giunto da lì, trasportato poi, nell’unico ascensore funzionante, dove passa di tutto, sporco e pulito, paziente in vita ed altri passati a miglior vita, operai delle ditte esterne». «Se l’insetto è arrivato da qualsiasi posto – conclude Nacchia – cosa è da imputare al personale? Visto che l’altro capolavoro strategico della Maffeo, è fare dell’Ospedale un cantiere aperto, ristrutturando contemporaneamente più di una Unità Operativa, con il risultato di una drastica riduzione dei posti letto, circa 22».

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