Sarebbero stati uccisi per problemi di confino e questioni ereditarie Rosario e Salvatore Manfreda, rispettivamente padre e figlio di 68 e 35 anni, originari di Foresta di Petilia Policastro, in provincia di Crotone. I carabinieri hanno fermato due persone mentre una terza è ricercata: si tratta di Salvatore Emanuel Buonvicino, 20 anni, e Pietro Lavigna, di 50, mentre è al momento irreperibile Pasquale Buonvicino, 52 anni, padre di Salvatore Emanuel, che si trovava all’Estero.
Sin dal momento della denuncia i militari hanno svolto indagini a tutto campo. Dei due si persero le tracce lo scorso 21 aprile, giorno di Pasqua, dal momento in cui si recarono presso la loro azienda per accudire il loro bestiame. Quella mattina padre e figlio avevano lasciato l’abitazione di via Mattia Preti per recarsi nella loro azienda zootecnica, in località “Ponte di ferro”, dove, da quanto è emerso, sono arrivati, hanno accudito i loro animali, poi di loro non si è saputo più nulla.
Nel corso dei rastrellamenti sul territorio nei dintorni dell’azienda erano state trovate tracce di sangue che gli investigatori ritennero potessero appartenere ai due, mentre il fuoristrada sul quale si erano allontanati era stata trovata bruciata in località “Caravà” di San Mauro Marchesato. Tutti elementi che fecero ritenere che padre e figlio possano essere stati vittime di “lupara bianca”.
Durante la conferenza stampa in Procura, il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, il colonnello Alessandro Colella, ha parlato di “banali litigi” tra confinanti, così come di invasioni di terreni da parte di capi di bestiame, e anche e probabilmente di un dissidio nato nel tempo per questioni ereditarie legate sempre ad un terreno. Non si tratterebbe, quindi, di questioni di ‘ndrangheta, ma di una vicenda personale.
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