Pizzo sulla mensa scolastica, arrestato dirigente comunale a Bianco

di Redazione

Un dirigente del Comune di Bianco (Reggio Calabria), Giuseppe Palamara, 65 anni, responsabile dell’area Amministrativa e Affari generali, è stato arrestato dai carabinieri e sottoposto ai domiciliari con l’accusa di concussione, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Nell’ambito della stessa operazione, denominata “Pupi-white city”, i carabinieri della compagnia di Bianco hanno arrestato e condotto in carcere altre due persone, i fratelli Bartolomeo e Domenico Scordo (alias “Micu u Pupu”), di 35 e 39 anni. Ad una quarta persona, B.V., di 33 anni, coinvolta in stato di libertà nella stessa inchiesta, è stata notificata un’informazione di garanzia.

L’inchiesta che ha portato ai tre arresti tra Bianco, Bovalino e Africo Nuovo, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, riguarda un’attività estorsiva che sarebbe stata messa in atto ai danni di un imprenditore siciliano aggiudicatario nel 2014 dell’appalto per il servizio di refezione scolastica del Comune di Bianco. L’operazione costituisce l’epilogo di due articolate attività investigative, condotte dalla Compagnia carabinieri di Bianco con il supporto operativo dello Squadrone Eliportato “Cacciatori”, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Lombardo e del sostituto Tedesco, che, confluite in un unico provvedimento cautelare, hanno permesso di assicurare alla giustizia i presunti responsabili di un’estorsione aggravata dal metodo mafioso commessa nei confronti di un imprenditore siciliano aggiudicatario nel 2014 dell’appalto per il servizio annuale di refezione scolastica nel Comune di Bianco (indagine “Pupi”) e successivamente hanno consentito di disvelare come, presso il Comune di Bianco, a causa della presunta infedeltà del geometra Palamara, la cosa pubblica sia stata secondo gli inquirenti piegata – all’occorrenza – al volere di pochi (indagine “White City”).

Avviata nel novembre 2014, l’attività “Pupi” – dal soprannome dei due fratelli Scordo – è nata a seguito della denuncia di un imprenditore siciliano, costretto a subire un’estorsione dopo che la sua ditta aveva vinto la gara d’appalto indetta dal Comune di Bianco per l’aggiudicazione del servizio di refezione per l’anno scolastico 2014/15. I 4 indagati, in concorso tra loro e con ruoli ben precisi (i fratelli Scordo quali presunti esecutori materiali delle minacce e interessati al versamento del danaro, Palamara e B.V. quali presunti intermediari con l’impresa) avrebbero infatti tentato di estorcere all’impresa aggiudicataria dell’appalto, per il semplice fatto di provenire da una diversa area geografica, la somma di 2mila euro a titolo di sostentamento per le famiglie dei carcerati della zona. Inoltre, in caso di risposta negativa, l’imprenditore era stato minacciato di pesanti ritorsioni tra cui il furto e il danneggiamento del furgone impiegato per la consegna dei pasti a scuola.

Partendo da tale contesto si è poi arrivati al secondo filone d’indagine che “ha consentito – scrivono i carabinieri – di riscontrare all’interno del Comune di Bianco una gestione arbitraria della cosa pubblica da parte di Palamara che, forte del suo incarico di Responsabile dell’Area Amministrativa e Affari Generali, ha piegato gli interessi pubblici a quelli propri, dei propri familiari e di persone a lui vicine”. In particolare dalle indagini emerge che il geometra, con riferimento all’appalto per il servizio di refezione scolastica per l’anno 2014/2015 (per il quale ha ricoperto l’incarico di Responsabile del procedimento amministrativo), oltre al tentativo di estorsione avrebbe “esercitato una pressione psicologica e morale, anche in forme allusive e velate, su un uomo di fiducia dell’amministratore della ditta aggiudicataria dell’appalto, in modo da coartarne la volontà nella scelta del personale da impiegare nel servizio, ottenendo che venissero assunti soggetti a lui vicini o legati da vincoli di parentela”.

L’anno successivo invece, sempre con riferimento alla gara d’appalto per la refezione scolastica, avrebbe “omesso di astenersi dall’incarico di Responsabile del suddetto procedimento amministrativo – dichiarando falsamente di non avere rapporti di incompatibilità con alcuno – nonostante avesse partecipato e vinto la gara B.V., suo familiare e titolare di un’impresa costituita ad hoc, che ha così ottenuto un ingiusto vantaggio di 67mila euro, nonostante sarebbe dovuto rimanere escluso a prescindere dalla procedura per assenza di requisiti”; e avrebbe “agito nell’interesse della suddetta impresa – che di fatto gestiva personalmente – impiegando anche 350 euro di denaro pubblico per far ottenere la certificazione Haccp ai dipendenti, al mezzo impiegato per la distribuzione dei pasti ed all’impresa stessa”. Palamara poi avrebbe “omesso di astenersi dall’incarico di responsabile del procedimento amministrativo – dichiarando falsamente di non avere rapporti di incompatibilità con alcuno – con riferimento all’aggiudicazione di due borse lavoro per assistente educativo scolastico, dichiarando tra l’altro vincitore un suo familiare, che avrebbe dovuto essere escluso poiché la domanda che ha presentato era sprovvista della documentazione necessaria a corredo”.

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