I carabinieri forestali del Nucleo Investigativo di Caserta e della stazione di Marcianise, insieme ai militari della compagnia di Santa Maria Capua Vetere, hanno proceduto all’arresto di tre persone – G.P., G.S. e A.A.F., queste le loro iniziali fornite dagli inquirenti – ritenute responsabili, a vario titolo e con distinte modalità comportamentali, del delitto di combustione illecita di rifiuti e di trasporto degli stessi in funzione del successivo incendio.
All’arresto si giungeva a seguito di una mirata attività di osservazione e di pedinamento che si svolgeva nei confronti di G.P., 54 anni, residente a Santa Maria Cv, già noto ai forestali in quanto destinatario di molteplici precedenti interventi. Il 28 dicembre scorso, infatti, era già stata sequestrata un’area adiacente al mercato ortofrutticolo di San Tammaro, utilizzata da G.P. per attività illegale di raccolta, trattamento e commercializzazione di rifiuti, costituiti da imballaggi per prodotti ortofrutticoli, ovvero cassette in plastica ed in legno, nonché al sequestro penale di due autocarri utilizzati per l’illecito trasporto.
In quella circostanza venne tratto in arresto anche K.J.M., 21 anni, originario del Gambia, un dipendente di fatto di G.P., sorpreso in flagranza di reato mentre si accingeva, all’interno dell’area, ad appiccare il fuoco ad un cumulo di rifiuti depositati sul suolo, costituiti dalle cassette in disuso non commercializzabili come, d’altro canto, gli era stato “ordinato” dallo stesso G.P. La combustione illecita dei rifiuti avveniva su una superficie di circa 5 metri quadrati all’interno dell’area recintata benché, oltre a tale cumulo, gli agenti forestali intervenuti riscontravano un altro accumulo già combusto di circa 4 metri quadrati, le cui ceneri, al tatto, risultavano ancora calde, indicative, dunque, di una recente combustione.
In quell’occasione, i forestali procedevano al sequestro preventivo dell’area, dell’estensione di circa 2mila metri quadrati, dove si riscontrava anche la presenza di migliaia di rifiuti costituiti da cassette in legno e plastica pronti alla commercializzazione, nonché alla combustione. A partire da quella data, l’allora indagato G.P., nominato custode giudiziario in costanza di sequestro, poneva in essere numerose violazioni ai doveri di custodia, sottraendo gli imballaggi presenti nel deposito allo scopo di commercializzarli, e violando materialmente i sigilli di Stato apposti all’ingresso dell’area posta in sequestro, al fine di favorire l’ingresso e servendosi, più volte, anche degli autocarri per i quali vigeva il vincolo.
In una prima fase, dunque, l’attività investigativa si era conclusa con l’arresto del 21enne africano K.J.M. e con il deferimento all’autorità giudiziaria di cinque soggetti, tra cui lo stesso G.P. che, avvalendosi della materiale collaborazione di altri suoi dipendenti di fatto, soprattutto di origine straniera, svolgeva l’attività abusiva di raccolta, trasporto e commercializzazione degli imballaggi per prodotti ortofrutticoli, gestendo, al pari illegalmente, i relativi rifiuti derivanti da detta attività, procedendo, altresì, al loro illegale smaltimento mediante l’accensione di “roghi tossici” in zona, per di più, a vocazione agricola e di fatto oggetto di coltivazione, con potenziali conseguenze sulla salubrità dei prodotti ortofrutticoli lì coltivati.
Nel fine settimana appena trascorso, i forestali verificavano che, ancora una volta, in un’area adiacente al mercato ortofrutticolo di San Tammaro, uno degli autocarri posti a sequestro giudiziario continuava ad essere utilizzato da G.P., nominato custode del mezzo. L’uomo, avvalendosi di suoi complici nella fase del carico dei rifiuti, si apprestava a trasportarli altrove al fine di trarre un profitto illecito costituito in parte dalla commercializzazione dei rifiuti, ossia le cassette in buono stato, e in parte dal risparmio sui costi di smaltimento di rifiuti non riutilizzabili, in quanto cassette in disuso o danneggiate.
Le pattuglie forestali, in accordo con la Procura sammaritana, ieri mattina hanno pedinato l’autocarro guidato da G.P. e con a bordo un altro soggetto, successivamente identificato in G.S., 37 anni, di San Tammaro, che si portava in una zona rurale di Grazzanise fino a raggiungere un’area di circa 700 metri quadrati adiacente un’azienda agricola in via La Quercia, in località Campo Izzo, dove un altro complice, A.A.F., 53 anni, del posto, era lì presente intento ad alimentare il fuoco acceso in cinque fusti di ferro proprio con i rifiuti costituiti da cassette di legno in disuso ed altro materiale, verosimilmente plastico, a causa del fumo di colore scuro che si sprigionava da uno di detti contenitori. Sul posto veniva rinvenuto anche un altro fusto in ferro colmo di materiale, anche di tipo plastico, pronto per essere dato alle fiamme. Tra l’altro, la riscontrata presenza di un voluminoso cumulo di cenere avvolto in un telo plastificato e di altri svariati fusti di ferro colmi di ceneri era sintomatica di precedenti e reiterati roghi.
Erano anche presenti nell’area accatastamenti di cassette in legno impilate, del volume ragguagliato di 300 metri cubi circa, verosimilmente pronte per essere vendute, ancorché costituenti rifiuti, nonché cumuli di cassette in plastica quantizzabili in 400 metri cubi circa. Infine, su una superficie di circa 150 metri quadrati insistevano ulteriori cumuli di cassette in plastica ed in legno poste alla rinfusa, e dunque non più riutilizzabili, anch’esse pronte per essere bruciate. A bordo del cassone dell’autocarro Fiat Iveco erano presenti altri 10 metri cubi di rifiuti della medesima tipologia, pronti per essere scaricati e dati alle fiamme. L’area, di circa 700 metri quadrati, compressiva dei rifiuti, veniva sottoposta a sequestro dai militari mentre l’autocarro veniva risequestrato ed affidato in custodia a una ditta autorizzata, sottraendolo definitivamente alla disponibilità di G.P..
Si procedeva, quindi, all’arresto in flagranza di reato di G.P. e S.G., per avere, in concorso tra loro, trasportato rifiuti, costituiti da cassette in plastica-in legno e in cartone, in funzione della successiva illecita combustione, nell’area adiacente l’azienda agricola di Grazzanise, dove A.A.F. era intento a smaltirli illegalmente mediante illecita combustione. I tre venivano sottoposti al regime dei domiciliari, mentre A.A.F. ad obbligo di presentazione ai carabinieri di Grazzanise, con cadenza di due volte a settimana, emergendo chiaro che l’utilizzazione del terreno nella sua disponibilità per la combustione dei rifiuti non era stata casuale ma previamente concordata.