Bombe carta, incendi e minacce telefoniche per “soffiare” gli appalti a una ditta concorrente. Così agivano un imprenditore edile 37enne di Vico Equense e un suo collaboratore 34enne di Pompei, arrestati dai carabinieri e accusati di estorsione, incendio doloso, trasporto e uso di ordigni esplosivi, danneggiamento e, solo per l’imprenditore, concorrenza sleale.
Gli indagati, tra gennaio e febbraio 2019, avrebbero posizionato due bombe carta: una esplosa davanti a un hotel di Vico Equense che la ditta aggiudicataria stava ristrutturando, l’altra davanti al garage del titolare dell’azienda. Gli investigatori ritengono che i due abbiano anche ordinato l’incendio di un camion della ditta: il mezzo venne dato alle fiamme mentre era parcheggiato in prossimità di una struttura che l’azienda stava adibendo ad albergo.
Oltre agli attentati, i carabinieri hanno intercettato una telefonata fatta a un dipendente dell’azienda presa di mira: “Dite al ‘mastro’ vostro (datore di lavoro, ndr) che deve portare quell’offerta a Vico Equense”, intendendo con quelle parole che dovevano cedere i loro appalti per non avere altri problemi.
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