Teverola, l’associazione “I versi non scritti” inaugura il concorso poetico “Forchia”

di Redazione

Teverola – “La poesia nella società attuale è un binomio indissolubile, ancora oggi, e fin quando ci sarà l’uomo sulla terra, vi sarà sempre la poesia, perché il desiderio del sogno nasce con l’uomo”. Sono queste le parole di Aldo Forchia, presidente dell’associazione culturale “I versi non scritti”, che inaugurano il terzo concorso poetico “Forchia”. Un evento che ha come scopo fondamentale quello “di divulgare sempre di più la poesia tra le nuove generazioni, –afferma lo scrittore – perché penso che l’educazione, l’etica morale, il rispetto per l’ambiente, la conoscenza e la ricerca della bellezza passino obbligatoriamente attraverso la passione per l’arte, la cultura in genere, e la poesia”.

L’associazione culturale “I versi non scritti” nasce, come racconta Forchia, dopo un’attenta riflessione nel febbraio 2019, per avere una piena e totale autonomia sulle scelte organizzative e culturali, ma anche per operare in perfetta sintonia con tutte le forze del territorio teverolese. Dopo già due edizioni, che hanno riscosso un certo successo, l’associazione ha lanciato una terza sfida, proponendo una nuova edizione del concorso poetico. L’evento si terrà il 28 settembre 2019, alle ore 17, nella sala consiliare del comune di Teverola.

Al concorso si può partecipare con una sola poesia inedita (inviando un’email a premioforchia@gmail.com), vagliate, poi, da una giuria competente nel settore. Nella serata del 28 settembre, invece, avverrà la proclamazione dei vincitori e non solo; saranno premiati, infatti, anche coloro i quali si saranno contraddistinti con poesie meritevoli di attenzione.  Il progetto vede la collaborazione della dottoressa Margherita Pennini, dell’editore Pasquale Gnasso, dell’attore e poeta Diego De Nadai e altri poeti di caratura nazionale ed internazionale. Durante la serata il presidente, come nelle precedenti edizioni, donerà un dipinto della propria collezione ad uno dei poeti presenti in aula.

Alla giornalista Carla Caputo il presidente dell’associazione “I versi non scritti”, Aldo Forchia, racconta questa iniziativa.  Poeta e pittore: com’è il suo rapporto con la poesia e l’arte? “Con la poesia ho un rapporto antico, anche se è solo da quasi un decennio che la mia intimità poetica si manifesta forte e senza veli. Infatti, è grazie alle spinte di amici e poeti/esse che nel 2017 nasce la mia prima ed unica silloge “Le stelle si rivelano piano”, pubblicata dalla casa editrice Gnasso editore. La pittura, invece, nasce per caso, anche se ho sempre saputo che, in cuor mio, un giorno o l’altro, sarei stato chiamato a fare i ‘conti’ con la bianca tela, che poi, in effetti, non è altro che un foglio bianco su cui poterci scrivere parole a colori che sembrano nascere dal nulla”. 

Concorso e denominazione: perché “I versi non scritti”? “Tutto è nato un anno dopo il vuoto lasciato dalla scomparsa di mio figlio Francesco. A dire il vero, la denominazione de ‘I versi non scritti’, mi fu consigliato da una mia amica e poetessa, Laura Barone, che, in quell’occasione nefasta, ebbe cuore ed intuito straordinario, quando ha saputo della mia volontà di organizzare un premio poetico in memoria di mio figlio”. 

La sensibilità della letteratura: quanto è importante diffondere la cultura nel nostro territorio? “Le fondamenta di una civiltà civile e democratica si basano sempre e solo sulla cultura. Le nuove generazioni non leggono più. La nostra è una società consumistica, basata sulla velocità, sulla ricerca spasmodica dell’ostentazione a tutti i costi, una corruzione oramai fuori controllo. Dunque, dobbiamo provare a salvare il salvabile, con i nostri valori, il nostro vivere civile fatto di educazione, di rispetto per l’ambiente e di solidarietà; non solo per dare risposte concrete alla globalizzazione, ma anche perché, il nostro, è un territorio ad alto rischio camorristico, avvelenato da rifiuti tossici e dalla cementificazione selvaggia.  Noi tutti siamo chiamati in prima persona a dare un contributo ad una terra che grida forte, fin qui inascoltata, vituperata, ingannata dai cittadini e dalle istituzioni democratiche. Per questo abbiamo deciso, in comune accordo con il comitato del premio, di coinvolgere tutte le associazioni del territorio, perché l’evento ha bisogno del supporto di tutti, non solo morale, ma anche fattivo, al fine di portare il concorso di Teverola a livelli di prestigio nazionale ed internazionale”.

Qual è il messaggio che vuole lanciare l’associazione “I versi non scritti”? “Il messaggio dell’associazione ‘I versi non scritti’, non può essere che quello di invitare i giovani e i meno giovani a non essere verecondi, ma di uscire fuori da una condizione di disagio mentale. La poesia non fa male, la poesia vuol bene, è condivisione di bellezza, è il sogno, è la vita stessa”.

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