“Chi vuole incontrare i sindacati lo può fare, quello che mi dà noia è che lo si faccia per sviare da una questione molto più grande che è quella di un vicepremier che secondo me deve andare a riferire in Parlamento sulla questione Russia”. Lo afferma il leader M5s Luigi Di Maio, riferendosi a Matteo Salvini. Il segretario della Lega, dal canto suo, dice che in Parlamento andrà: “Ci vado per il question time durante il quale rispondo su tutto lo scibile umano”.
Anche il Pd con il suo segretario Nicola Zingaretti chiama il ministro dell’Interno a parlare in Aula sui presunti fondi russi alla Lega. “Sia chiaro che non gli daremo tregua, finché non verrà in aula”, afferma in un’intervista a La Repubblica. “La Procura e non la politica dovrà accertare la verità – aggiunge -. Ma intanto il leader leghista sta raccontando solo bugie”. Il ministro dell’Interno, prosegue Zingaretti, “in maniera goffa, ha preso le distanze da questo Gianluca Savoini“, che in realtà è uno stretto collaboratore del Viminale, “quasi non lo conoscesse, smentito da centinaia di foto ed eventi. Davvero credono che si possa discutere di un decreto sicurezza promosso da un ministro che dice bugie?”. “Se il primo ministro si illude di lavarsi le mani indicando nel suo ministro il responsabile del falso, non ha capito che si sta dando la zappa sui piedi. – poi attacca Zingaretti – Le responsabilità del governo sono palesemente comuni. Il presidente Fico e la presidente Casellati come possono pensare che il Parlamento non sia informato?”.
“Secondo me deve andare a riferire in Parlamento sulla questione Russia. Sono sicuro che ci andrà e così ci darà anche modo come maggioranza di difenderlo”. E’ questa l’opinione del vicepremier e leader M5s, Luigi Di Maio. “Soprattutto se si ritiene di essere strumentalizzati, ben venga un chiarimento in Parlamento perché parlare davanti al Parlamento è l’occasione per chiarire non ai parlamentari ma agli italiani. Quando il Parlamento chiama – aggiunge – è giusto che un ministro, un premier, un vicepremier, un sottosegretario risponda”. Da parte sua il leader leghista replica che “in Parlamento certo che ci vado, è il mio lavoro. Ci vado due volte alla settimana e per il question time durante il quale rispondo su tutto lo scibile umano, sempre”.
“Quando sarà depositato il fascicolo del pubblico ministero e avremo modo di studiare le carte renderemo interrogatorio”. Lo afferma l’avvocato Lara Pellegrini, difensore di Gianluca Savoini, il leghista presidente dell’associazione Lombardia-Russia indagato per corruzione internazionale, che lunedì si è avvalso della facoltà di non rispondere ai magistrati che lo avevano convocato. “Al momento stiamo discutendo di un’inchiesta giornalistica trasferita in sede giudiziaria e noi preferiamo confrontarci sulle prove raccolte dal pm”, sottolinea.
Almeno per il momento, i magistrati milanesi che indagano sui presunti fondi russi alla Lega non hanno necessità di ascoltare Salvini. Lo assicura il procuratore di Milano, Francesco Greco, che a domanda specifica ha risposto: “Assolutamente no”. Il magistrato ha, inoltre, tenuto a sottolineare che le indagini sul presunto accordo petrolifero con la promessa di un finanziamento da 65 milioni di euro a favore della Lega saranno “lunghe, laboriose, complesse e internazionali”.