Sea Watch, Carola querela Salvini: “Sequestrate i suoi account social”

di Redazione

Istigazione a delinquere e diffamazione. Sono le accuse formulate nei confronti del ministro Matteo Salvini nella querela di Carola Rackete, che sarà formalmente depositata nella giornata di venerdì alla Procura di Roma. Nella denuncia, la comandante della Sea Watch chiede ai magistrati di sequestrare le pagine ufficiali su Facebook e Twitter del vicepremier leghista, ovvero i mezzi che veicolano quello che la stessa Rackete definisce il “messaggio d’odio”.

Le parole utilizzate dal ministro nei confronti della mia assistita – ha spiegato il legale della Rackete – la stanno esponendo ad eventuali aggressioni: una vera e propria istigazione a delinquere”. Carola ha poi definito “assolutamente corretta” la propria decisione di violare il blocco del porto di Lampedusa. Una decisione fondata “sui rapporti dei medici di bordo riguardo lo stato di salute dei migranti e su quanto riferito dai membri dell’equipaggio”. Sulla nave, ha proseguito, la situazione era “peggiorata al punto da non poter più garantire la sicurezza delle persone a bordo. Salvare vite umane è molto più importante di subire un procedimento penale”.

Nella querela vengono riportate 22 offese proferite da Salvini su Twitter, Facebook e in alcune interviste televisive. “Matteo Salvini – ha dichiarato la Rackete – mi ha definito pubblicamente e ripetutamente sbrufoncella, fuorilegge, complice dei trafficanti, potenziale assassina, delinquente, criminale, pirata, una che ha provato a uccidere dei finanzieri e ad ammazzare cinque militari italiani, che ha attentato alla vita di militari in servizio, che ha deliberatamente rischiato di uccidere cinque ragazzi e che occupa il suo tempo a infrangere le leggi italiane e fa politica sulla pelle dei disgraziati. La gravità della lesione al mio onore è evidente”.

A stretto giro, arriva la replica da parte di Salvini: “La comunista tedesca, quella che ha speronato la motovedetta della Guardia di finanza, ha chiesto alla Procura di chiudere le mie pagine Facebook e Twitter. Non c’è limite al ridicolo. Quindi posso usare solo Instagram?”.

Nei giorni successivi alla revoca degli arresti domiciliari, non convalidati dal gip di Agrigento, Carola Rackete, in diverse interviste, aveva accusato Salvini di aver “violato i diritti umani”. La comandante della nave olandese ha definito il modo di esprimersi del vicepremier “irrispettoso e inappropriato per un politico di alto livello” e sostiene che sarebbe pronta a “rifare tutto quello che ha fatto nonostante la minaccia dell’arresto”. L’equipaggio, spiega, ha inviato rapporti medici giornalieri sui soccorsi ma “nessuno ha risposto”.

Carole ne ha avute anche per il governo tedesco: “Mi sono sentita lasciata sola. La mia impressione è stata che a livello nazionale e internazionale nessuno volesse davvero aiutare. Si sono sempre passati la patata bollente, mentre avevamo ancora 40 sopravvissuti a bordo. Ha fallito il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, che non aveva alcun desiderio di accettare le offerte delle città” di ospitare i migranti a bordo della nave.

E ha auspicato: “Spero che il mio gesto porti a soluzioni concrete in Europa per i migranti. Decine di città erano disposte a ospitare queste persone, e dovrebbero essere libere di farlo senza che i governi nazionali le ostacolino. Per quanto mi riguarda, spero di tornare presto al mare, perché è lì che c’è bisogno”.

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