Aversa, lettere al direttore: l’avvocato Perla su cultura d’élite e popolare

di Redazione

Aversa – Gentile Direttore, qualche giorno fa su  un noto periodico locale è stato pubblicato un articolo dal titolo “Avete vinto, ora non fate gli antipatici. Speriamo che non arrivi la solita tribù dei mezzi sigari in bocca”. Non essendo il sottoscritto sospettabile di intervenire per fatto personale, in quanto non “fumatore di sigari” – e precisandole di aver, per ovvie ragioni di correttezza, già scritto in proposito direttamente al periodico stesso ed al suo direttore – mi piace leggere, nell’intervento di cui sopra, un provocatorio stimolo alla discussione e al dibattito intorno al tema “cultura d’élite/cultura popolare”, di sicuro interesse.

In disparte, l’analisi politico-botanica fatta dell’autore, secondo la quale “la sinistra ad Aversa è andata in Paradiso solo perché si è spaccato in due come un melograno marcio”, che sinceramente più che sintetica pare un po’ semplicistica, intriga molto il suo timore, quanto alla cultura, che a seguito del Sindaco, riferendosi alle precedenti amministrazioni di centro-sinistra (due: Ferrara e Golia), possa arrivare la “solita tribù dei mezzi sigari in bocca”, “gli algidi intellettualini di sinistra” dediti alle loro “orge culturali”: ovvero quegli “antipatici che dovevano fare tutto loro, musica jazz per sempre, rassegne di film alternativi e impossibili da vedere”: adesso con i finanziamenti regionali “soldi nostri”, chiosa l’autore, abbiamo invece diritto di ascoltare anche Gigi Finizio.

Ebbene, innanzitutto va ricordato che non è proprio facendo un ragionamento divisivo e parlando di cultura di serie A e di serie B – né usando termini presuntivamente simpatici in opposizione, a quelli antipatici – che si promuove la cultura: chiunque, a qualsiasi titolo se ne occupi, dovrebbe per primo proporre riflessioni inclusive e non divisive, peraltro correndo anche il rischio di cadere in evidente errore. Nel mondo, infatti, nulla è più “popolare” della musica jazz, sia per diffusione che per origini che per costi. Quanto ai “nostri soldi” è bene sapere che un (elitario) concerto di Gigi Finizio costa dieci volte un (popolare) concerto di jazz, sebbene Aversa sia nelle guide turistiche di mezza Europa più per il per il jazz, mentre è difficile credere che lo sarebbe per aver ospitato un concerto di Finizio, senza nulla a togliere a quest’ultimo.

Ci sarebbero ancora diverse cose da dire come, ad esempio, sollevare qualche dubbio che “per non farsi schifare subito” (?) bisognerebbe ascoltare i “nuovi comunicatori” on-line che hanno “fatto uscire fuori il vero ventre della città con tutti il suo vomito e le sue fascinazioni” ma magari se – da uomini di cultura – si iniziasse dal condividere buon gusto e stile, evitando commenti sgradevoli come quelli tipo “erano antipatiche anche le loro mogli e le loro fidanzate” – considerazione, viste le vicende delle persone di cui si parla, del tutto fuori luogo e questa sì davvero “cattiva” – forse si farebbe un passo nella direzione giusta per la costruzione e la diffusione di una cultura di valore che, se tale è, non è né di destra né di sinistra, né simpatica né antipatica.

Avv. Fabrizio Perla

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