Ordine Architetti Caserta, Bicco torna presidente dopo decisione del Tar: ma la guerra continua…

di Redazione

Con la sentenza pubblicata il 30 luglio, il Tar Campania ha accolto il ricorso dell’architetto aversano Rossella Bicco contro l’Ordine degli Architetti di Caserta per la revoca della carica di presidente, che era andata all’architetto Raffaele Cecoro (nella foto), avvenuta il 18 marzo scorso.

“La legge mi da ragione. – commenta Bicco – Finalmente si potrà ristabilire la legalità all’Ordine degli Architetti della provincia di Caserta. Vinto il Ricorso al Tar Campania contro il violento ed illegittimo blitz attuato dal consigliere Raffaele Cecoro. Tutte le azioni intraprese dal Consiglio illegittimamente costituito dal 18 marzo in poi sono annullate. Il primo passo sarà ristabilire la legalità e la trasparenza dell’Ordine e tutelare l’Ente dalle azioni illegittime messe in atto in questi mesi. L’Ordine ha dovuto vivere una parentesi oscura a causa del perseguimento dell’interesse di pochi contro quello comune dei circa tremila iscritti”.

Tuttavia, per l’architetto Cecoro e altri 10 consiglieri dell’Ordine (Raffaele Cecere, Domenico Di Carluccio, Mario Diana, Carmine Grassia, Pasquale Iaselli, Antonietta Manco, Anna Emanuela Merola, Valeria Mileva, Giancarlo Pignataro, Maria Cristina Volpe) occorre fare alcune precisazioni. “Benché in numerose dichiarazioni stampa l’architetto Bicco plaude alla propria incoronazione da parte del Tribunale – si legge in una nota inviata dagli 11 consiglieri – molto più semplicemente le motivazioni della sentenza del Tar attengono esclusivamente al mancato inserimento nell’ordine del giorno allegato alla convocazione dell’argomento della revoca della carica. E lo stesso Tar, che di norma applica il pagamento delle spese processuali alla parte soccombente, ha testualmente affermato che ‘la prolungata conflittualità nel Consiglio e l’obiettiva difficoltà di pervenire ad una risoluzione delle problematiche che hanno condotto all’illegittima rimozione del Presidente costituiscono giuste ragioni per disporre l’integrale compensazione fra le parti delle spese del presente giudizio’, di fatto constatando la bontà dei tentativi per il legittimo esercizio della democrazia”.

“Erano diversi mesi – prosegue la nota – che la schiacciante maggioranza di 11 consiglieri su 15 chiedeva formalmente all’architetto Bicco l’inserimento all’ordine del giorno dell’argomento di revoca della carica, e puntualmente – questo sì illegalmente – tale richiesta veniva negata o ignorata. I consiglieri sono stati, pertanto, costretti a scommettere sulla corretta interpretazione della norma, e a inserire durante la seduta di Consiglio l’argomento della revoca che ovviamente non era stato inserito dall’architetto Bicco. Anche se previsto nel regolamento interno, dichiarato legittimo e non annullato, il Tar ha ritenuto che gli argomenti da poter inserire durante la seduta di Consiglio devono essere solo accessori e di secondaria importanza. I consiglieri hanno agito nella consapevolezza del limite interpretativo poiché era l’unico modo per stringere i tempi: Bicco era in procinto di portare l’Ordine alla rovina, di fatto chiedendo qualche giorno prima del Consiglio, e formalmente al Ministero, il commissariamento per vicende inventate come la bomba alla sede dell’Ordine o per situazioni finanziarie drammatiche che lei stessa aveva creato con il suo lassismo (sic!)”.

“I tempi del Tar – continuano – non avrebbero infatti permesso il ristabilirsi di condizioni di normalità, tanto è vero che la sentenza è stata depositata quasi tre mesi dopo la data di emissione. E i consiglieri hanno agito per scongiurare il commissariamento e nuove elezioni, reale obiettivo dell’architetto Bicco che senza più consiglieri al seguito impediva il formarsi di una nuova governance e seguiva la norma ‘cada Sansone con tutti i Filistei’”.

“Rispettosi della sentenza del Tar – concludono – la maggioranza di 11 consiglieri su 15, che negli ultimi quattro mesi ha ripristinato condizioni di regolare funzionamento dell’Ordine, ha già da ieri ripreso il cammino per la richiesta di revoca, indirizzandone richiesta formale. Nell’interesse dei 3mila iscritti rappresentati, argineranno le azioni demolitorie verso il regolare funzionamento dell’Ordine, ristabiliranno la legalità e lasceranno, a chi di legale conosce solo l’ora, la soddisfazione della propria vittoria di Pirro”.

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