In dolce attesa, stava facendo una passeggiata in città. Ma all’improvviso, Federica, futura mamma di 28 anni, avvertiva un malore. Erano arrivate le doglie sono arrivate e c’era l’urgenza assoluta di andare in ospedale. Così, nel panico più totale, la ragazza tirava un sospiro di sollievo quando vedeva arrivare un autobus della linea 604 diretto al Cardarelli.
Federica saliva a bordo e iniziava così a fantasticare sul parto imminente. Fin quando non le si presentava davanti un controllore dell’Anm che, incurante del suo stato e non preoccupandosi minimamente delle sue condizioni di salute, la multava e la faceva scendere dal mezzo. Come raccontato da Repubblica, Federica riusciva poi a raggiungere il Cardarelli, qualche ora dopo partoriva una bambina e successivamente, con maggiore lucidità, decideva di fare ricorso contro la multa, cercando di spiegare i motivi che l’avevano portata a non fare il biglietto. Allegava al ricorso il verbale di pronto soccorso del Cardarelli delle ore 11.48 e la multa delle ore 11.20. Venti minuti di differenza: il tempo di arrivare in ospedale a piedi e quindi il rischio di sentirsi male.
Nonostante la ricostruzione dell’accaduto però, nulla da fare. La risposta dell’Anm è ben chiara e potrebbe essere stata indirizzata a chiunque: “All’atto del controllo lei si trovava a bordo di un nostro mezzo sprovvista di valido titolo di viaggio”. E “le circostanze non possono essere motivo di annullamento del verbale “. E dunque il conto: una multa di 71,10 euro che rischia di salire a 141,10 a causa del ricorso.
LE SCUSE DELL’ANM – Poi, nella giornata del 16 agosto, sono giunte le scuse dell’azienda di trasporti. “In merito al caso della signora Federica”, l’Anm (Azienda napoletana mobilità) “intende porgere pubblicamente le proprie scuse”. “I controllori dell’Anm – spiega Nicola Pascale, amministratore unico di Anm – elevano quasi tremila verbali di contravvenzione al mese, svolgendo un’attività complicata che l’azienda sta intensificando per migliorare il servizio ai cittadini. Gli errori possono capitare e in questo caso si è verificato un evidente eccesso di zelo nei confronti della signora, che andava invece aiutata e confortata. Sarà mia personale cura riprendere e riesaminare la pratica del suo ricorso che è stata trattata in modo troppo burocratico. Intanto alla signora e alla sua famiglia esprimo le nostre più vive scuse e le felicitazioni per la nascita del piccolo”.