San Benedetto del Tronto – L’orefice vendeva gioielli falsi. Singolare quanto scoperto dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno che, all’esito di mirati approfondimenti, sono arrivati ad individuare un canale di distribuzione di articoli di gioielleria abilmente contraffatti, venduti all’interno di una gioielleria della Riviera delle Palme.
Un modo per “arrotondare” le entrate dell’esercizio commerciale e “allargare” la platea dei clienti, quello adottato dall’imprenditore locale, il quale, però, aveva esposto i gioielli contraffatti anche nelle proprie vetrine, insieme ad altri pezzi originali, agevolando, così, il lavoro delle Fiamme Gialle della Compagnia di San Benedetto del Tronto, che hanno avuto tutto il tempo per acquisire fotografie di ogni singolo pezzo, per analizzarne, poi, insieme ai periti delle più prestigiose “firme” coinvolte, le caratteristiche e le componenti.
Ed è proprio da queste fotografie che, su alcuni esemplari dei gioielli contraffatti, sono stati ingranditi anche dei particolari dei cartellini di identificazione degli stessi prodotti, che, per la loro grossolanità, hanno costituito una delle prime conferme della contraffazione, consolidatesi, poi, anche grazie ad alcuni prezzi, “confusi” tra i “codici prodotto” (anch’essi ovviamente falsi), del tutto inverosimili rispetto agli originali.
Il controllo di circostanza effettuato all’interno della gioielleria, scattato pochi giorni dopo l’avvenuta conferma, da parte dei periti, dei sospetti di contraffazione ipotizzati dai militari del Nucleo Mobile della Compagnia di San Benedetto del Tronto, ha avuto, quale naturale evoluzione, il sequestro penale delle decine di esemplari dei “prestigiosi” articoli e la denuncia dell’imprenditore, alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, per i reati contemplati dagli articoli 474 “Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” e 648 “Ricettazione” del Codice penale.
Da un punto di vista amministrativo, constatate violazioni di carattere fiscale commesse nell’ultimo triennio, che, muovendo dall’irregolare tenuta/conservazione delle scritture contabili obbligatorie, sono state quantificate in circa 11mila euro. L’imprenditore, infine, è stato sanzionato anche per quanto attiene agli aspetti previdenziali ed assistenziali, in relazione ad un lavoratore, trovato all’interno dell’esercizio commerciale all’atto delle operazioni di sequestro, impiegato completamente “in nero”.
L’operazione consolida l’impegno che la Guardia di Finanza di Ascoli Piceno dedica costantemente al contrasto alla contraffazione e alla tutela del “Made in Italy” per la salvaguardia degli interessi dell’economia legale, per la tutela della correttezza del mercato e il rispetto della concorrenza leale. L’esercizio delle ulteriori prerogative ispettive affidate dalla legge al Corpo, quale punto di presidio per la salvaguardia della sicurezza economica e finanziaria, in questo caso, hanno ulteriormente determinato la scoperta di violazioni fiscali e condotte di illiceità connesse all’assunzione di manodopera che, nel loro insieme, sono alcune delle pregiudizievoli che rendono ancor più “socialmente pericolosa” la stessa contraffazione di prodotti, che costituisce sempre e comunque un “moltiplicatore d’illegalità”.
Per quanto riguarda la contraffazione, nel solo anno 2019, il comando provinciale di Ascoli Piceno ha sottoposto a sequestro 137.303 articoli per un valore commerciale corrispondente a poco meno di 2 milioni di euro, rappresentati, per la maggioranza, da accessori di abbigliamento (104.964 articoli, per un valore di 1,8 milioni di euro) e giocattoli (32.320 articoli, del valore di 190mila euro), intervenendo, soprattutto in questo ultimo caso, “a difesa” dei più piccoli, nella prevenzione dai potenziali danni cagionati dai prodotti “non sicuri”.
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