“Non sono a bussare la porta di nessuno. M5s ha scelto Renzi? Auguri, lo spieghino a Bibbiano, a Banca Etruria, agli italiani…”. Lo ha affermato il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a Radio Anche’io. “Qualunque governo venga fuori da questa crisi sarà un patto per la poltrona sostenuto in particolare da quaranta senatori renziani, che hanno il terrore di andare al voto”, ha attaccato. Il M5s ha replicato: “Accordo? E’ una bufala”.
“Il governo era fermo da troppo tempo, bloccato da troppi no. Avvicinamento fra 5 Stelle e Pd era già chiaro in Ue. La dignità vale di più di una poltrona”, ha aggiunto il ministro dell’Interno alla vigilia dell’atteso appuntamento in Senato fissato per martedì alle 15, quando il premier Conte renderà le sue comunicazioni. “I giochi di palazzo – ha sottolineato – non sono un dispetto a Salvini, sono un dispetto agli italiani. Si stanno inventando la qualunque ed eventuale governo Pd-M5s sarebbe un tradimento degli italiani”. “E’ una battaglia politica – ha proseguito Salvini – non vorrei che un ipotetico governo Renzi-M5s riaprisse i porti, approvasse lo ius soi e vanificasse il lavoro di questi mesi. Ma ripeto se qualcuno al governo preferisce Renzi lo dica e lo spieghi agli italiani”.
M5S: “Accordo con Renzi e Boschi? E’ una bufala della Lega” – “Voglio dirlo chiaramente: noi non faremo accordi con Renzi e Boschi, è la bufala dell’estate che la Lega sta diffondendo dopo aver fatto cadere il governo”. Lo ha scritto su Facebook Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento ed esponente del Movimento 5 Stelle. “Il nostro obiettivo – ha spiegato – è tagliare 345 parlamentari, chi il 20 agosto voterà contro Conte lo farà solo per impedire la riforma. Questa è la verità”. “C’è una forza politica in Italia che ha sempre mantenuto la sua coerenza e ferma la bussola sull’interesse dei cittadini, non delle banche né dei comitati d’affare. Il M5a non si siederà mai al tavolo con Renzi e/o Boschi”, ha rincarato il collega pentastellato e ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.