33 posti letto in totale. A questo è ridotto oggi l’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa, ad esclusione di ginecologia e pediatria, oltre che cardiologia e terapia intensiva. Una struttura che serve una potenziale platea di 700mila utenti ridotta a poco più di un ambulatorio. Nello specifico, questa è quella che dovrebbe essere la situazione nel dettaglio: Chirurgia Generale 8; Gastroenterologia 7; Ortopedia 10; Chirurgia mininvasiva 4; Otorinolaringoiatria 4. Il tutto a fronte degli 88 previsti dal Piano sanitario Regionale.
Il tutto a causa di lavori di ristrutturazione che non sono stati dosati nel tempo, ma avviati contemporaneamente dalla precedente dirigenza. Dirigenza che aveva scelto di iniziare i lavori di riammodernamento su tutto il terzo piano, gli ambulatori in progetto al vecchio pronto soccorso (che sono ancora in alto mare) contemporaneamente. Una scelta che ha causato una ricettività al di sotto delle reali necessità dell’utenza. «Inoltre, – afferma un sanitario che per motivi disciplinari deve rimanere anonimo – se la medicina continua a tenere posti letto occupati perché aspetta gli ok dalle strutture di riabilitazione abbiamo la frittata. Quando tu non sai come gestire un ammalato vai in crisi e ad Aversa è sempre un dramma ecco perché al nostro pronto soccorso non vuole venire nessuno. Poi bisogna avere scuola per organizzare una struttura ed in questo le figure apicali del Moscati sono carenti. Ultimo episodio quell’abominevole cartello affisso da qualcuno sotto l’effetto di alcol o droga (il riferimento è all’avviso affisso qualche giorno fa secondo cui non si accettavano pazienti nemmeno in emergenza, rivelatosi un falso, ndr). In epoche diverse ed in condizioni peggiori mai si era arrivati a tanto».
A rendere ancora più caotica la situazione la decisione di porre sullo stesso piano, il primo i reparti di: Gastroenterologia, Chirurgia Generale, Ortopedia, Nefrologia, Chirurgia Mininvasiva oltre al Blocco operatorio e quattro ambulatori: Ortopedia, Chirurgia Generale, Endoscopia alta, Chirurgia Mininvasiva.
Una situazione che, di fatto, non viene smentita dal nuovo direttore sanitario Bruno Tornincasa, succeduto ad Angela Maffeo da non più di due settimane, che ha affermato: «In effetti, c’è una riduzione di posti letto dovuta al periodo estivo. Poi ci sono i lavori in corso. Il nostro ospedale sembra un cantiere, tanto che mi devo preoccupare, da buon responsabile di cantiere, della sicurezza delle persone che accedono alla struttura. I problemi sono tanti e non siamo in grado di risolverli tutti in una volta. Abbiamo scelto di aggredirli uno per volta e stiamo andando avanti. Sono, comunque, fiducioso. Credo che con la collaborazione e lo spirito fattivo riusciremo a svoltare effettivamente pagina definitivamente».
«Questa situazione che vede una forte diminuzione di posti letto – ha dichiarato da parte sua il dirigente nazionale del sindacato Fials, Salvatore Stabile – non ci sorprende, perché non è nuova. L’avevamo denunciata qualche mese fa nel reiterare la revoca dell’incarico di direttore sanitario alla Maffeo. Ora speriamo che con la nuova dirigenza possa aversi un’inversione di tendenza. Da parte nostra, come sempre, siamo pronti a collaborare e a fare la nostra parte».