E’ allarme rifiuti ad Aversa. Il livello di allerta era già alto, ma in questi ultimi due giorni nella città normanna i cumuli di rifiuti hanno raggiunto proporzioni preoccupanti con un odore nauseabondo che si percepisce praticamente ovunque. A far precipitare la situazione, endemicamente preoccupante a causa dell’inciviltà di molti, altre due concause di questi giorni: la chiusura del termovalorizzatore di Acerra e, soprattutto, lo stato di agitazione indetto dalle diverse sigle sindacali in rappresentanza dei lavoratori della Senesi (la ditta che gestisce in regime di proroga) il servizio di igiene pubblica in città.
Ecco, allora, che il panorama cittadino è rapidamente mutato con cumuli di sacchetti praticamente ad ogni angolo, con sacche maggiori in via Santa Lucia, viale Europa e nella centralissima piazza Marconi. L’impressione è che, comunque, la situazione sia oramai fuori controllo, soprattutto in concomitanza con la protesta degli addetti al servizio. I lavoratori, infatti, non hanno ricevuto gli emolumenti di agosto e temono che, nel passaggio di gestione del servizio dalla Senesi alla nuova ditta, la Tekra, vincitrice dell’appalto indetto dal Comune nel 2018, possa saltare il pagamento del tfr. Dopo la Fiadel, anche la Uil e la Funzione Pubblica Cgil hanno proclamato lo stato di agitazione.
Al centro della protesta «l’incertezza da parte della Senesi sul pagamento delle spettanze ai dipendenti del cantiere di Aversa, che doveva avvenire entro il 31 agosto. I sindacati hanno quindi indetto anche un’assemblea di due ore proprio per discutere di queste tematiche. La Uil, da parte sua, inoltre, ha chiesto al Comune di Aversa di attivare i poteri sostitutivi per pagare direttamente i dipendenti della società Senesi, nel caso in cui la stessa non pagasse quanto dovuto ai lavoratori, utilizzando i crediti che quest’ultima vanta nei confronti dell’ente. Il sindacato evidenzia anche una carenza importante relativa agli automezzi utilizzati per svolgere il servizio, carenti e spesso in riparazione, come attualmente. Non meno importante, infine, l’incertezza di poter incassare l’indennità di fine rapporto che ammonta a diverse migliaia di euro per ogni singolo lavoratore.
«I sindacati che rappresentano i lavoratori del cantiere di Aversa dell’igiene urbana – aveva dichiarato il primo cittadino Alfonso Golia – hanno indetto lo stato di agitazione in seguito all’assemblea sindacale che si è svolta lunedì mattina e che ha comportato il mancato svolgimento del servizio in buona parte della città. Venerdì li avevo incontrati, perché comprendo che si possa guardare con apprensione alle procedure del passaggio di cantiere. Ci è stato assicurato che martedì gli addetti svolgeranno il loro lavoro. La problematica è complessa, la seguiamo con attenzione perché siamo i primi a volere una città pulita e vivibile». Circostanza, questa, del lavoro da svolgere nella giornata di ieri che non si è registrata, almeno in buona parte della città dove i cumuli testimoniano che sono oramai diversi giorni che la raccolta non è regolare con l’aggravante che, oramai, sono quasi non più raccoglibili separatamente, in maniera differenziata, rendendo inutile il lavoro di separazione fatto dai cittadini.
Intanto, sempre in tema di rifiuti, l’associazione “Roghi tossici Basta!” di Aversa e Giugliano ha inviato, nella mattinata di ieri, un dettagliato esposto ai sindaci del territorio interessato, ai ministeri dell’ambiente e della salute, al presidente della Regione Campania oltre che ai due prefetti e alle forze dell’ordine e alla magistratura competente per chiedere azioni più incisive per la lotta ai roghi tossici che hanno reso tristemente nota quella che oggi per tutti è la Terra dei Fuochi.