Caserta, la cricca delle “patenti facili”: 13 arresti, coinvolti funzionari Motorizzazione

di Redazione

13 arresti eseguiti dai poliziotti della Squadra mobile di Caserta, insieme alla Digos, nell’ambito di un’operazione che ha smantellato un mercato illecito di patenti “facili”. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, era stata avviata nel 2015, facendo emergere l’esistenza di un’associazione a delinquere dedita stabilmente alla corruzione di funzionari pubblici e all’alterazione di procedimenti amministrativi per il rilascio di titoli di abilitazione alla guida.

In carcere sono finiti: Silvestro Ferraro, 61 anni; Donato Ferraro, 68; Giuseppe Ferraro, 44; Francesco Arpino, 38; Franco Di Dio, 35; Vincenzo Di Dio, 36; Francesco Iadicicco, 26; Antonio barbato, 61. Ai domiciliari: Francesco Ferraro, 23 anni; Raffaele Longobardi, 68; Pasquale Fusco, 49; Gaetano Aurilio, 65; Xhoni Malaj, albanese, di 41 anni.

Attraverso un meccanismo che prevedeva la corresponsione di una somma di denaro, oscillante tra i 1300 e i 2500 euro, l’organizzazione criminale garantiva agli interessati l’ottenimento della patente di guida grazie a pregressi accordi corruttivi raggiunti sia col direttore che con alcuni dipendenti della Motorizzazione Civile di Caserta. Durante l’indagine emergevano la figure di Silvestro Ferraro, proprietario dell’autoscuola “Silvano” di Marcianise, formalmente intestata alla moglie, Assunta Ippolito, e di Gaetano Aurilio, ex direttore della Motorizzazione di Caserta, ritenuti promotori e organizzazioni dell’associazione a delinquere. Proprio Ferraro e Aurilio ricevevano somme di denaro dagli aspiranti patentati al fine di truccare le prove d’esame. Parte degli introiti venivano utilizzati per corrompere i funzionari della Motorizzazione al fine di omettere i controlli sull’identità dei partecipanti alle prove e di alterare i verbali d’esame.

L’operazione ha coinvolto anche titolari di autoscuole che, quali componenti organici dell’associazione a delinquere, “dirottavano” i candidati in una sessione d’esame piuttosto che in un’altra allo scopo di intercettare la commissione “compiacente”. I componenti di quest’ultima, che percepivano le somme di denaro elargite da Ferraro e dai proprietari delle altre autoscuole, avevano il compito di consentire la partecipazione alle sessioni di esame di soggetti appositamente individuati e condotti sul posto, omettendo, nel corso delle prove, di effettuare i prescritti controlli circa l’identità dei candidati presenti e consentendo, in tal modo, la partecipazione dei sodali aventi il ruolo di sostituti, ovvero di “suggeritori”.

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