La compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia, nell’ambito dei controlli valutari transfrontalieri, condotti attraverso il monitoraggio del traffico stradale e dei valichi di confine, negli ultimi 5 anni, ha contestato 625 violazioni all’obbligo di dichiarazione per chi entra o esce dal territorio nazionale e trasporta denaro contante di importo pari o superiore a 10mila euro. L’ammontare del denaro irregolarmente trasportato in entrata o in uscita dallo Stato senza la prescritta dichiarazione valutaria è stato quantificato in oltre 13 milioni di euro, mentre le conseguenti oblazioni e i relativi sequestri, hanno consentito far entrare nelle casse dello Stato circa 2,1 milioni di euro.
L’attività svolta ha consentito, inoltre, di censire 927 casi di trasferimenti di denaro contante “sottosoglia”, cioè per importi inferiori alla soglia di 10mila, per un totale di oltre 5,6 milioni di euro. L’importo totale dei trasferimenti irregolari e sottosoglia è pari a oltre 18,6 milioni di euro. Il trend delle violazioni è in costante aumento: dalle 50 violazioni del 2014 si è passati alle 156 del 2018; mentre sono già 73 le contestazioni nei primi 8 mesi del 2019.
Tali risultati operativi sono frutto di un’analisi di rischio denominata “Monitoro” che ha coniugato lo studio del flusso veicolare con la pianificazione dei controlli sul territorio goriziano, attraverso una distribuzione razionale delle pattuglie sul territorio. Le tecniche di controllo del territorio utilizzate in maniera programmatica secondo i citati criteri dell’analisi di rischio hanno consentito, negli ultimi cinque anni, di accertare 625 violazioni valutarie, nei confronti di vari soggetti: spalloni (25) che attraversavano il confine trasportando denaro contante per conto proprio o per conto terzi, frequentatori di case da gioco slovene (63) spesso a bordo di autovetture di proprietà degli stessi casinò sloveni , acquirenti di autovetture, motoveicoli e natanti da diporto usati (163) diretti principalmente nel centro-nord Italia, acquirenti di prodotti tessili (90) diretti prevalentemente verso i distretti toscani, acquirenti di prodotti alimentari (27) diretti verso i principali mercati ortofrutticoli del Nord Italia, badanti straniere (28) che portano nei Paesi d’origine i guadagni del lavoro svolto in Italia, turisti (208), altro (21). I dati raccolti nel corso dei controlli hanno altresì originato oltre 2mila segnalazioni trasmesse ai Reparti del Corpo competenti per territorio per possibili illeciti di natura amministrativa, tributaria, penale.
Nel corso delle ispezioni doganali dei veicoli e dei bagagli, i finanzieri si sono avvalsi anche dell’unità cinofila antivaluta “cash dog”. Tra le diverse tecniche utilizzate dai trasgressori per nascondere il denaro si annoverano le modalità di occultamento classiche sulla persona (in scarpe, calzini, indumenti intimi, legati alla vita, ecc…) e nelle autovetture (all’interno dei “naturali” vani, quali cassetti, braccioli e schienali portaoggetti, nel vano delle casse radio posteriori), nonché il ricorso a sacchetti di plastica sottovuoto al fine di diminuire il volume delle banconote e sfuggire anche ai controlli del “cash dog”.
I controlli sono avvenuti prevalentemente presso i principali valichi di confine goriziani (“Sant’Andrea”, “Casa Rossa”, “Salcano”, “San Gabriele”, “San Pietro”, “Merna”), nonché presso i caselli autostradali di Villesse e Monfalcone – Lisert. Le attività di controllo sulla circolazione transfrontaliera dei flussi finanziari, che la Guardia di Finanza svolge autonomamente fuori dalle aree doganali, hanno il fine di verificare l’origine e la causa di importazioni ed esportazioni di valuta, anche in un’ottica internazionale delle attività criminali, dedite al riciclaggio di denaro “sporco”.
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