Blitz della Guardia di Finanza di Caserta che stamani ha portato all’arresto di quattro persone a Marcianise, tra cui anche un dirigente del Comune. Si tratta di Gennaro Spasiano, finito ai domiciliari insieme a Giuseppe Barletta, legale rappresentante della società “Agli Antichi Splendori arl” e amministratore dell’omonimo gruppo imprenditoriale, nonché di Antonio Campolattano, amministratore delegato della società per azioni “Interporto Sud Europa”. Disposto, inoltre, l’obbligo di dimora nei confronti di Nicola Berti, amministratore unico della società “Residenza dei Borbone arl”. Ed eseguito il sequestro preventivo di un edificio a destinazione commerciale (“Intervento Box 3”) facente parte del Polo Commerciale “Campania” e di tre capannoni prefabbricati con relativi piazzali di accosto facenti parte del Polo Logistico, situati ali ‘interno dell’area interportuale di Marcianise.
L’operazione, denominata “The Family 2”, rappresenta il prosieguo dell’inchiesta che nel marzo scorso portò ad arresti e sequestri. Una vicenda che non riguarda il “Gruppo Barletta Spa”, con sede a Roma, completamente estraneo all’inchiesta, come sottolineato già mesi fa in una nota, che riprendiamo: “La società Gruppo Barletta s.p.a.comunica di essere totalmente estranea alle inchieste e ai procedimenti promossi nei confronti del Sig. Giuseppe Barletta, con il quale non è legata da alcun rapporto professionale, societario, o di parentela. Qualunque impropria associazione tra i fatti oggetto di cronaca e Gruppo Barletta s.p.a. deve quindi intendersi errata e fuorviante”.
“L’ordinanza cautelare – si legge in una nota della Procura di Santa Maria Capua Vetere diretta da Maria Antonietta Troncone – fonda su un compendio gravemente indiziario a carico dei predetti indagati, coinvolti, a vario titolo e in concorso fra di loro, in reiterate condotte di abuso d’ufficio, connessi delitti di falso ideologico e di violazione delle nonne urbanistiche. Gli abusi e le irregolarità riscontrate attengono alle procedure di rilascio, da parte del dirigente del Comune di Marcianise (Spasiano) di alcuni permessi a costruire a favore delle società sopra richiamate, tutte facenti parte del gruppo imprenditoriale ‘Barletta’, già oggetto di recenti approfondimenti investigativi condotti da questo stesso ufficio giudiziario relativamente a plurime condotte di bancarotta fallimentare e concordataria e di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte con riguardo a sei società del gruppo. Attraverso la prosecuzione delle attività di indagine, sono stati raccolti significativi elementi probatori che hanno consentito di contestare a Gennaro Spasiano, nella qualità di dirigente del Terzo Settore del Comune di Marcianise, di aver illegittimamente rilasciato, tra il mese di aprile 20 17 e quello di gennaio 2018, numero 3 permessi a costruire a favore di società del gruppo ‘Barletta’, in assenza della necessaria preventiva approva zione della variante urbanistica. La contestata illegittimità dei permessi a costruire muove dalla constatazione, da parte della Procura, circa il fatto che il medesimo Dirigente amministrativo ha fondato i permessi adottati su una delibera del Commissario Straordinario del Comune di Marcianise datata 3 giugno 2016, non potendolo fare, posto che tale delibera era ed è in realtà priva di valore provvedimentale”.
L’altro profilo di illegittimità dei permessi a costruire attiene al fatto che, spiega ancora la Procura, “il dirigente comunale li aveva adottati sulla base di una convenzione stipulata il 29 giugno 2016 dallo stesso dirigente comunale con i rappresentanti delle società del gruppo interessate, illegittima appunto perché, a sua volta, non approvata dall’organo consiliare dell’ente locale. In pratica lo Spasiano, in accordo e in concorso con le parti private interessate, ben consapevole di operare in contrasto al piano urbanistico vigente e perfino in deroga al piano particolareggiato previ sto in sede di originaria progettazione dell’Interporlo di Marcianise (a tacere del fatto che l’accordo di programma era divenuto inefficace per lo scadere, nel 2006, del termine decennale previsto per la sua realizzazione), rilasciava i citati permessi a costruire per la realizzazione di importanti opere infrastrutturali da adibire non solo a depositi e logistica, ma anche a finalità meramente commerciali; determinando così un ingiusto profitto consistente, per il gruppo imprenditoriale beneficiato , in una nuova speculazione edilizia all’interno dell’area interportuale, eludendo peraltro il coinvolgimento, nelle necessarie procedure autorizzatorie, di tutti gli altri attori pubblici inizialmente coinvolti nella progettualità intermodale”.
Dall’illegittimità dei suddetti permessi a costruire ne è scaturita anche la esigenza di procedere al sequestro dei manufatti nel frattempo già realizzati, consistenti in: un edificio commerciale di circa 10mila metri quadrati realizzato in cemento armato su un’area pertinenziale di circa 30mila metri quadrati adiacente al parco commerciale “Campania”, già oggetto di cessione ad un primario operatore commerciale del settore dell’hobbistica per la realizzazione di una grande struttura di vendita al dettaglio (permesso a costruire numero 1009/2018); due capannoni prefabbricati facenti parte del Polo Logistico Ovest d i ampiezza rispettivamente di 30mila e 20mila metri quadrati, dei quali il primo già realizzato ed il secondo in fase di ultimazione (permesso a costruire numero 972/2017); un capannone prefabbricato facente parte del Polo Logistico Est di ampiezza di circa 50mila metri quadrati, ancora in fase di ultimazione strutturale (permesso a costruire numero 965/2017).
“Il consistente quadro indiziario raccolto attraverso, fra l’altro, attività intercettive, consulenze tecniche e diverse testimonianze – conclude la nota della Procura – ha quindi permesso l l‘emanazione dei provvedimenti cautelari in corso di esecuzione, con i quali si è neutralizzato un progetto speculativo posto in essere grazie all’asservimento di dirigenti pubblici agli interessi di un gruppo imprenditoriale privato che ha così potuto aggirare i vincoli, anche urbanistici, gravanti sulle aree interessate e superare lo stallo esecutivo determinatosi a seguito dello scadere del termine originariamente previsto per la realizzazione del progetto infrastrutturale”.
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