“Questo progetto politico segna l’inizio di una nuova stagione riformatrice che confidiamo risolutiva”. Lo ha detto il premier Conte nel suo discorso alla Camera prima della fiducia al nuovo governo giallorosso. Nel programma, il taglio dei parlamentari ma anche una nuova legge elettorale, una legge di bilancio che scongiuri l’aumento dell’Iva e tagli il cuneo fiscale, ma al contempo la richiesta all’Ue di un nuovo patto di stabilità.
Nel pomeriggio si terrà il dibattito in aula e poi il voto di fiducia, che inizierà intorno alle 19.30. Voteranno a favore del nuovo esecutivo, com’è noto, il Movimento, il Pd e Liberi e Uguali. Contro, invece, la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Alla Camera i numeri non danno problemi. E anche al Senato, dove la fiducia sarà votata domani, la conta non preoccupa, almeno per il momento: l’asticella dovrebbe fermarsi al massimo a quota 172, anche se sono possibili defezioni dell’ultima ora. Nel dettaglio: Movimento e Pd hanno 155 voti (non si contano i due dissidenti interni, il 5S Gianluigi Paragone e il dem Matteo Richetti, più un’altra senatrice assente da tempo), ai quali vanno sommati undici senatori del Misto – quattro sono di LeU, quattro ex grillini, due del Maie e Riccardo Nencini – tre del gruppo delle Autonomie, tre senatori a vita (Liliana Segre, Elena Cattaneo e, probabilmente, Mario Monti). Altri tre senatori, quelli dell’Svp, si asterranno, ma poi sosterranno l’esecutivo nel corso della navigazione.
Intanto, Fratelli d’Italia e Lega, oltre a dire no alla fiducia al governo, hanno espresso la loro contrarietà al nuovo esecutivo con una manifestazione in piazza Montecitorio alla quale però non ha partecipato Forza Italia. In mattinata Silvio Berlusconi ha riunito i gruppi parlamentari azzurri a Montecitorio per indicare la prossima linea politica. Dal palco della manifestazione contro il governo giallorosso davanti a Montecitorio, Matteo Salvini ha parlato di pensioni: “Se i signori là dentro proveranno a cambiare quota 100 e tornare alla legge Fornero non li lasceremo uscire da quel Palazzo, ci staranno giorno e notte, Natale e ferragosto”.
Standing ovation della maggioranza, in Aula alla Camera, al passaggio del premier sulle offese degli ultimi giorni sui social ad alcuni ministri donna, tra cui Teresa Bellanova e Paola De Micheli. Non pochi gli applausi di solidarietà anche dai banchi dell’opposizione di centrodestra. “Non posso non stigmatizzare, ancora una volta, gli ignobili attacchi indirizzati, nei giorni scorsi, a due mie ministre, la senatrice Teresa Bellanova e l’onorevole Paola De Micheli, alle quali rinnovo la mia partecipe vicinanza”, ha detto il premier.
Si è poi registrata una bagarre, in un’Aula semideserta alla Camera, quando il presidente Ettore Rosato ha tolto la parola, dopo averlo ripetutamente avvertito, al capogruppo di FdI Francesco Lollobrigida per aver largamente superato il tempo del suo intervento. A Lollobrigida è stato spento il microfono tra le proteste del suo gruppo, unico presente in forze al momento. Quando ha preso la parola Giuseppe Brescia di M5s i deputati di FdI hanno iniziato a scandire il coro “onestà, onestà” e poi “vergogna” ed “elezioni elezioni”.
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