Gricignano, Di Luise: “Figli di vecchia e dannosa politica si ergono a paladini del popolo”

di Antonio Taglialatela

“Sembra un ricorso storico vedere l’attuale ‘capo’ dell’opposizione, “Lettieri figlio”, parlare delle problematiche urbanistiche relative al piano convenzionale di Edilizia Popolare – nella cosiddetta Zona Nato – che provocò all’epoca anche l’instaurarsi di un procedimento penale che vide coinvolti amministratori e dipendenti comunali”. Firmandosi “un semplice consigliere comunale”, Gianluca Di Luise interviene sull’interpellanza presentata dal gruppo di opposizione “Gricignano al Centro”, guidato da Vittorio Lettieri, sul contenzione giudiziario relativo all’escussione della polizza a garanzia delle opere di urbanizzazione nella “Zona Nato” di Gricignano e sulla proposta transattiva presentata dal “Consorzio per Gricignano”, soggetto che deve realizzare tali opere e che ora chiede una proroga della convenzione, e quindi la sospensione del giudizio in corso sull’escussione della polizza, in cambio dell’esecuzione degli interventi previsti e anche di ulteriori (leggi qui).

“Bisogna fare in modo che le persone non dimentichino”, afferma Di Luise, che commenta: “Chi oggi si erge a paladino della giustizia non è altro che il ‘figlio’ di quella politica che ha portato a creare una vera e propria speculazione edilizia a danno di tutto il popolo di Gricignano. Infatti, il procedimento amministrativo in materia, che si avvia con l’applicazione dell’articolo 1 della legge 167/62, consentiva al Comune di Gricignano di Aversa, con popolazione inferiore a 50mila abitanti e non capoluogo di provincia, di procedere, previa deliberazione di Consiglio Comunale, alla formazione del Piano di zona da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico e popolare, nonché alle opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde pubblico. Infatti, con la delibera numero 7/94 (epoca amministrazione Moretti) si approvò in Consiglio Comunale il programma costruttivo presentato dal Consorzio per Gricignano in cui, oltre all’intervento di edilizia convenzionata, era stato previsto l’insediamento di militari della Marina degli Stati Uniti d’America, la Us Navy, su una superficie di 815.338 metri quadrati e per un numero complessivo di 3.500 unità, tra marinai e ufficiali. In proposito, giova rappresentare che l’acquisizione dei suoli, disciplinata dalla legge 865/71 in regime di esproprio, rese possibile, infatti, il loro reperimento ad un prezzo non elevato con l’abilitazione-delega al Consorzio per Gricignano alla gestione delle aree per insediamenti residenziali di militari, e comunque di cittadini stranieri, pur non trovando applicazione tale legge, atteso che tale normativa attiene specificamente all’edilizia economica e popolare”.

“Inoltre, – prosegue il consigliere – dall’analisi iniziale risultò anche la non idoneità tecnica ed amministrativa del Consorzio alla definizione dell’intera attuazione del programma. In sede di verifica della commissione di accesso che, durante la seconda amministrazione Lettieri, portò poi allo scioglimento del Consiglio comunale per camorra furono riscontrate, da parte dei commissari, diverse inadempienze contrattuali da parte del Consorzio e che non furono rilevate dall’amministrazione comunale. Infatti, la convenzione urbanistica del 12 settembre 1994 prevedeva che, alla scadenza decennale, sia la proprietà dell’intero patrimonio immobiliare realizzato in diritto di superficie, sia un’area di 120mila metri quadrati (con annessa struttura sportiva comprendente un palazzetto dello sport con piscina coperta e annessa palestra e relativi spogliatoi, uno stadio regolamentare con pista di atletica leggera e tribuna spogliatoi, 6 campi da tennis, 4 campi di calcetto regolamentari, aree per il tempo libero) venissero cedute gratuitamente al Comune. Tale cessione non è stata posta in essere e l’Ente non ha potuto neppure invocare il ristoro economico delle predette inadempienze in quanto, all’atto della convenzione, non venne presentata polizza fideiussoria a garanzia dell’esatta realizzazione delle opere infrastrutturali (che esonerano anche al pagamento del contributo di costruzione) il cui costo venne stimato in 15 miliardi delle vecchie lire”.

La disamina del consigliere continua: “Nel dicembre del 2002 (amministrazione Lettieri), sebbene l’accordo sia risalente all’anno 1994 (amministrazione Moretti) e, quindi, la realizzazione delle infrastrutture, doverosamente precedente all’edificazione doveva essere in avanzato stato di esecuzione, il Consorzio ha chiesto al Comune di conoscere le modalità di esecuzione delle opere di urbanizzazione previste in convenzione e oggetto degli obblighi fideiussori. Pertanto, con verbale del 27 marzo 2003 il Comune ed il Consorzio hanno convenuto di modificare, attraverso un piano di riassetto, il programma costruttivo stabilito ex articolo 51 della legge 865/71. Con tale programma di riassetto sono state inserite le aree classificate nel vigente Prg in zone omogenee Crm e G, non aventi attinenza e conformità urbanistica con le previsioni di normativa; si ricorda, infatti, che la genesi del procedimento è sempre da riferirsi all’articolo 51 della legge 865/71. In data 25 febbraio 2004 (amministrazione Lettieri), con la delibera di Consiglio Comunale numero 2, veniva approvato il progetto di riassetto del programma costruttivo presentato dal Consorzio, legato esclusivamente ad opinabili necessità di prevedere sedi viarie legate al sistema infrastrutturale esistente e di distribuire le aree in lotti organici di intervento. In tale deliberato va osservato che l’area scelta G non ha i requisiti previsti dall’articolo 51 in quanto non rientra nelle zone residenziali. Appare, pertanto, evidente che l’intera procedura, fin dal 1994, ha inteso pianificare, con rapporto stretto di collaborazione amministrazione comunale – consorzio, una intensa attività edilizia mascherata da intervento di pubblica utilità teso alla realizzazione di edilizia economica e popolare. Infatti, invocando l’articolo 51 della legge 865/71 si è data la facoltà ad un’impresa privata di attuare, senza offrire garanzie fideiussorie e senza eseguire completamente le opere infrastrutturali convenute, una attività edilizia speculativa di circa 1.500.000 metri cubi di costruito. In tale procedimento sebbene siano stati disattesi i tempi imposti di realizzazione e le modalità dell’intervento, non si riscontra mai avviata l’azione amministrativa di controllo a tutela dell’Ente”.

Secondo Di Luise “le responsabilità passate creano i presupposti per quelle future”, ma in questo caso “le responsabilità dei padri cadono sui figli e quindi risulta inutile ergersi a paladino della giustizia”. Per quanto riguarda, invece, le domande poste oggi nell’interpellanza presentata dall’opposizione, il consigliere ritiene che “dobbiamo ringraziare l’ex vicesindaco (Andrea Aquilante, ndr.) che iniziò l’iter per l’escussione della polizza, anche se dall’analisi della documentazione agli atti dell’Ente si nota una certa ‘svogliatezza’ a rispondere all’avvocato nominato dalla stessa amministrazione Moretti. Comunque, sinceramente non riesco a dare una risposta seria ma penso che l’Ente non sia più in grado di escutere la polizza anche perché la stessa era a prima richiesta. E l’assicurazione non ha nemmeno risposto. Forse per cortesia”.

“Il vero dramma – conclude Di Luise – è che oltretutto rischiamo anche di subire danni ingenti dalle denunce che arriveranno da parte dei cittadini di Gricignano e quelli dietro la Nato (che per me sono sempre gricignanesi) che sono stufi e delusi e truffati da un disastro urbanistico e pianificatorio. Quindi, è inutile alzare polveroni e altro, facciamo lavorare l’amministrazione Santagata. Diamo il tempo di verificare il contenzioso in atto e se arrivano richieste non possiamo che tenerle in considerazione. Di trattative da parte del consorzio è dovere dell’amministrazione ascoltarle come è dovere tutelare i cittadini prima di ogni altro interesse”.

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