Movimentata perquisizione nel carcere minorile beneventano di Airola. Gli uomini della Polizia penitenziaria hanno esaminato e perquisito ogni anfratto delle sezioni detentive dell’istituto penale, trovando un piccolissimo telefono cellulare, perfettamente funzionante. A darne notizia è Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sappe – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Il telefono è stato ritrovato nella cella occupata da un detenuto italiano. Un plauso agli uomini della polizia penitenziaria di Airola che, nonostante la cronica carenza di personale, non rinunciano al controllo e alla repressione di condotte messe in atto dai detenuti. L’apparecchio è stato sequestrato e se n’è data notizia agli uffici dipartimentali e regionali e all’Autorità Giudiziaria. Al Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità chiediamo interventi concreti come, ad esempio, la dotazione ai Reparti di Polizia Penitenziaria di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l’indebito uso di telefoni cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani”, ha aggiunto il leader campano del Sappe.
“Il rinvenimento è avvenuto – spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio. Sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”.
Capece fa riferimento ad una comunicazione ministeriale dello scorso maggio con cui si dava notizia che “il Servizio Telecomunicazioni del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziari aveva ultimato la consegna degli apparati inibitori di comunicazioni cellulari a tutti i Provveditorati. A breve si sarebbe dovuta dare l’adeguata e pertinente formazione del personale individuato per l’utilizzo e il funzionamento di tali apparecchiature. Ma non risulta che tali apparecchi siano stati dati in uso alla Polizia Penitenziaria di Airola in servizio nel carcere minorile. Perche?”
Anche per questo il Sappe chiede ai vertici ministeriali un netto “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere “a tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive del carcere minorile di Airola rappresentano lo Stato, ossia gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria”.