Macerata Campania (Caserta) – Nella mattinata del 18 ottobre, i carabinieri di Macerata Campania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura sammaritana, nei confronti di D.L.M., 48 anni, ritenuto responsabile del reato di atti persecutori e diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite (“revenge porn”), nei confronti dell’ex compagna, di 25 anni.
L’indagine traeva origine dalla querela sporta proprio dalla donna e nel corso delle attività investigative si accertava che l’uomo, non accettando la recente fine della relazione sentimentale con la vittima, dapprima iniziava a tempestarla di messaggi e telefonate a qualsiasi ora del giorno, minacciandola anche di morte, e successivamente, all’ennesimo rifiuto di riprendere la relazione, decideva di vendicarsi, divulgando ad una collega di lavoro della donna una fotografia sessualmente esplicita che ritraeva quest’ultima, a sua insaputa, in atteggiamenti intimi con l’uomo. Tale condotta, unitamente alla campagna diffamatoria intrapresa dall’indagato sui social network in cui minacciava, tra l’altro, la divulgazione di ulteriori foto intime della donna di analogo contenuto, induceva un forte stato di angoscia nella vittima, che decideva quindi di rivolgersi ai carabinieri.
A solo una settimana dalla denuncia, coerentemente alla priorità attribuita dalla Procura e dall’Ufficio del giudice delle indagini preliminari – secondo le rispettive competenze – per l’azione di contrasto ai fenomeni di violenza domestica e di genere, con l’apporto investigativo dei carabinieri di Macerata Campania era possibile prevenire ulteriori eventuali condotte violente di D.L.M., eseguendo la misura degli arresti domiciliari nei suoi confronti, con perquisizione e sequestro di tutti gli strumenti elettronici ed informatici nella sua disponibilità. Si tratta del primo intervento nel territorio casertano per un caso di “revenge porn” dall’entrata in vigore della nuova legge conosciuta come “Codice Rosso”, che ha introdotto la nuova fattispecie di reato con pene fino a 6 anni di reclusione.