“Per ottenere appalti pubblici al comune di Santa Maria a Vico non c’era bisogno solo di tangenti o assunzioni di amici e parenti, ma anche di offerte a sfondo sessuale”. È quello che ha ricostruito oggi il pm della Dda di Napoli, Luigi Landolfi, nel corso della requisitoria, terminata con richieste di condanne per turbativa d’asta, corruzione reclutamento e induzione alla prostituzione scaturite dall’inchiesta che nel 2014 portò a diversi arresti nel comune casertano (leggi qui).
Queste le accuse per i cinque imputati a carico dei quali è stato escluso l’aggravante camorristico rispetto alle accuse iniziali. Otto anni di reclusione la richiesta per l’ex dirigente del Comune di Santa Maria a Vico, Pio Affinita, 8 anni ad Angelo Piscitelli, 8 anni a Ernesto Savinelli, 6 anni a Pasquale Valente e 6 anni a Raffaele Caduco. La sentenza è prevista per fine novembre dopo la discussione degli avvocati Francesco Nacca, Raffaele Crisileo.
Secondo le accuse della Procura di Napoli, uno dei protagonisti di questa lunga inchiesta, divisa i vari filoni, Angelo Grillo, un imprenditore di Marcianise, attualmente detenuto per omicidio, già processato per questa vicenda, collegato al clan Belforte, avrebbe ingaggiato una escort cubana per ottenere da Affinita, l’appalto della gara di rifiuti sul Comune di Santa Maria a Vico di 4 milioni di euro.