Nonostante l’accordo per un cessate il fuoco di cinque giorni raggiunto tra il vicepresidente americano, Mike Pence, e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, scontri sporadici e bombardamenti di artiglieria sono in corso lungo il confine nel nordest della Siria nell’area di Ras al-Ain. Nella zona negli ultimi giorni è stata intensa l’offensiva di Ankara contro i curdi, che ora, in virtù della tregua, possono ritirarsi dall’area.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani segnala invece una situazione di “prudente e relativa calma” nel resto della frontiera turco-siriana, che fino ai giorni scorsi era stata al centro dell’offensiva di Ankara. Intanto nei pressi di Ras al Ayn un convoglio medico e di aiuti civili si prepara a entrare nella città, che era stata abbandonata da Ong e squadre di soccorso nei giorni in cui era bersaglio di “intensi raid aerei”.
I curdi: “La Turchia non rispetta l’accordo” – A commentare gli ultimi sviluppi nella zona è Mustafa Bali, responsabile della comunicazione delle forze democratiche siriane a guida curda, che scrive su Twitter: “La Turchia sta violando l’accordo con attcchi aerei e di artiglieria che continuano a prendere di mira le posizione dei combattenti, gli insediamenti civili e l’ospedale di Serekaniye/Ras al-Ayn”.
Amnesty: “Crimini di guerra dalla Turchia” – Amnesty International denuncia che l’esercito turco e le milizie siriane alleate hanno compiuto “crimini di guerra” durante l’operazione militare contro i curdi. Accusa infatti Ankara di “serie violazioni, omicidi sommari e attacchi illegali” segnalando un “vergognoso disprezzo per la vita dei civili”. Tra i casi indicati, anche la brutale esecuzione sommaria dell’attivista curda Hevrin Khalaf e della sua guardia del corpo da parte di milizie siriane addestrate e armate dalla Turchia. La denuncia di Amnesty è stata elaborata sulla base dei racconti di 17 testimoni diretti, tra i quali ci sono medici, gioranlisti e sfollati, e anche sulla base di registrazioni video. L’Ong sostiene che “le informazioni raccolte forniscono prove schiaccianti di attacchi indiscriminati in aree residenziali, compresi attacchi a una casa, un panificio e una scuola, condotti dalla Turchia e dai gruppi armati siriani suoi alleati”. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, le vittime civili sul fronte curdo sono almeno 72.
Erdogan: “Le nostre truppe resteranno in Siria” – In base all’accordo con gli Stati Uniti, le truppe turche “non lasceranno la zona di sicurezza concordata nel nord-est della Siria dopo la fine delle ostilità”, ha annunciato Erdogan. “Considero il mio incontro con il presidente russo Vladimir Putin, martedì a Sochi, come un altro elemento di questo processo per la creazione di una zona di sicurezza turca nel nord-est della Siria”, ha aggiunto il presidente turco.
Raid a sud di Aleppo, vittime tra i civili – Due civili sono stati uccisi a sud di Aleppo, in Siria, dall’artiglieria governativa siriana, secondo quanto riferiscono sli stessi media siriani. I radi di Damasco hanno colpito una zona residenziale a Uram Al Kubra, cittadina a sud-ovest di Aleppo, in un’area fuori dal controllo governativo e dove operano milizie anti-regime.
L’ambasciatore turco in Italia: “Danno alle relazioni tra i due Paesi” – Le dichiarazioni del governo italiano sulle azioni militari della Turchia hanno provocato “un danno nelle relazioni diplomatiche” tra i due Paesi, ha detto l’ambasciatore di Ankara in Italia, Murat Salim Esenli, aggiungendo: “Spero però che si possa riparare velocemente, perché potrebbe avere conseguenze negative”.