Il cerino si è spento in mano al povero Alfonso Golia. In questi ultimi giorni, commentando le due notizie più eclatanti del panorama politico-amministrativo cittadino, la scandalosa situazione della raccolta rifiuti e la chiusura del mercato ortofrutticolo, mi è venuto naturale più volte affermare che “il cerino si è spento in mano al povero Alfonso Golia”. L’igiene urbana e il mercato ortofrutticolo di viale Europa erano (e sono) due bubboni vecchi, incancreniti. Di quelli che tutti conoscevano, ma che facevano finta di non vedere perché…“sin che la barca va, lasciala andare”. Ma erano bombe ad orologeria, innescate da tempo e che nel tempo sarebbero esplose. E così è stato.
Come i lettori sapranno, i carabinieri dei Nas e gli ispettori dell’Asl hanno chiuso la struttura mercantile aversana, che, indotto compreso, dà a campare 500 famiglie. Quel mercato doveva essere chiuso da tempo, le sue condizioni igieniche erano pessime da anni. Era dall’epoca di Lello Ferrara sindaco che non si effettuavano più lavori in quel posto. Da allora solo decisioni negative; dal non avere più un direttore al non avere un vigile urbano, alla manutenzione inesistente tanto che da otto anni otto i servizi igienici erano chiusi. Il povero Alfonso Golia vi aveva già fatto installare i bagni chimici e aveva già provveduto ad assegnare i lavori per riaprire quelli originari. Insomma, in quattro mesi aveva fatto più di tutti i suoi tre predecessori messi insieme, ma non è bastato. Il cerino si è spento in mano a lui.
Stesso discorso per quanto riguarda il servizio di igiene urbana. La Senesi avrebbe assunto, nel 2014, dodici persone non prendendole, cosi come prevedeva la normativa, dall’elenco degli ex dipendenti dei Consorzi. Alla ditta lo aveva già contestato la di Giuseppe Sagliocco tanto da non riconoscergli circa quattrocentomila euro l’anno. La cosa è andata avanti sino ad ora con la Tekra, la società che ha vinto la gara di appalto per il servizio di igiene urbana, che, ha ritardato il subentro alla Senesi proprio perché non intendeva addossarsi quella somma ingente. Intanto, il servizio non veniva regolamentato secondo le esigenze sopravvenute della città. All’interno della stessa maggioranza precedente, c’era chi chiedeva cambiamenti, come sul calendario dei conferimenti, chi chiedeva nuovi bidoni. Ma, di fatto, in tre anni si era limitata a raccogliere le richieste di ritiro dei sacchetti di rifiuti su Facebook tipo call center, e a buttare fumo negli occhi con la divulgazione mediatica di multe per i moderni untori. Alla fine, anche in questo caso il cerino si è spento in mano al povero Alfonso Golia. Quest’ultimo, però, ha una sua colpa, quello di essere poco decisionista. Tutti sappiamo che mentre i medici studiano, il malato muore.