Casse a tutto volume per il rock di ‘Natural’ degli Imagine Dragons: Matteo Renzi fa il suo ingresso ‘sfilando’ tra i militanti in sala e aprendo ufficialmente la Leopolda numero 10. “‘Un’Italia viva c’è’ è il cartello più bello che ho letto ed è degli amici di Pomigliano. E’ un’Italia vivace”, ha detto Renzi dal palco dando il via alla kermesse. “Matteo, Matteo”: così il popolo della Leopolda, tra applausi scroscianti, ha accolto l’arrivo dell’ex premier, che sottolinea: “Per la prima volta abbiamo dovuto chiudere i cancelli tre ore prima dell’inizio della Leopolda e per la prima volta in migliaia sono rimasti fuori. Meno male che quest’anno doveva essere la Leopolda dei flop. Un abbraccio a tutti quelli che hanno fatto propaganda in questa settimana perché non venisse nessuno”.
“Se dieci anni fa ci avessero detto che la Leopolda era troppo piccola – ha aggiunto l’ex premier – ci avrebbero perso per matti, invece oggi dimostriamo che c’è un popolo e che se non fate i conti con questo popolo vivo, vero, sono problemi vostri”. Una coda ininterrotta, per almeno tre ore, si è infatti registrata davanti alla ex stazione di Firenze. La storica sede della convention renziana risulta gremita in ogni ordine di spazio. In tanti sono accorsi fin dalle ore 15, quando l’ex premier ha inaugurato la mostra dedicata alla memoria dello scomparso fotografo Tiberio Berchielli, fotoreporter al fianco di Renzi durante gli anni di Palazzo Chigi. A rallentare l’afflusso dei partecipanti sono stati i controlli di sicurezza prima dell’ingresso. All’entrata le registrazioni hanno visto ugualmente code a causa dell’elevata affluenza di pubblico. All’interno tutti esauriti i posti a sedere nel salone centrale e particolarmente affollata la zona intorno al palco. “Migliaia di persone sono passate di qua, sono salite su questo palco. Qualcuno – spiega Renzi – ha scelto di fare un pezzo di strada con noi e poi è andata via. E’ un dispiacere, ovviamente, ma dimostra che anche questo è un luogo di libertà, non è vero che qui ci sono solo yes men, signorsì”.
“NESSUN ULTIMATUM AL GOVERNO” – “Leggo di strane idee: Renzi – dice l’ex premier – vuol fa cadere il governo… Ma sei hai fatto nascere il governo un mese fa e dopo un mese lo fai cadere, ti ricoverano per schizofrenia”. “Se noi lanciamo delle idee non potete dirci che sono ultimatum. Pensare che non c’è differenza tra idee e ultimatum, credo sia la resa della politica al populismo”, sottolinea ancora Renzi.
“SALVINI? NOI RADICALMENTE DIVERSI” – “Dire che è colpa dei nostri insulti” il malore avuto da Matteo Salvini “significa dare un messaggio di odio verso l’avversario che va respinto”, continua dal palco l’ex premier. “Non siamo mai stati, non siamo e non saremo mai quelli che odiano, quelli che attaccano un nemico, ma quelli che forti delle proprie idee, spiegano che la pensiamo in modo radicalmente diverso dalla politica di odio di Salvini”.
QUATTRO EX DIREZIONE PD SUL PALCO – “Ho perso la mamma nel terremoto di Amatrice, e ho perso la casa. Mi dicono di venderla ma non voglio, voglio ricostruirla e magari farci un bed and breakfast e chiamarlo ‘da Rita’, intitolato alla mamma”. Cosi’ Benedetta, 27 anni, di Roma, raccontando la sua storia dal palco della Leopolda. Benedetta, è una delle quattro ragazze, insieme ad Arianna, Tania e Jessica, chiamate da Matteo Renzi a raccontare le loro storie. Tutte e quattro hanno appena lasciato ruoli di direzione nel Pd locale per passare a Italia Viva. “Benedetta – ha detto Renzi – è una ragazza che fa politica da tanti anni, che è stata segnata da un evento tragico, come tanti nostri concittadini, ma che ricostruirà quella casa.
“SIAMO CON IL KURDISTAN” – “Le ragazze curde hanno combattuto per sconfiggere l’estremismo islamico dell’Isis. Quelle ragazze hanno salvato l’Occidente. L’Occidente, salvo oggi, sta perdendo l’onore e la dignità: non basta una piccola tregua. Noi stiamo con le ragazze curde contro l’aggressione turca, di un paese della Nato che sta dimenticando i valori formativi della Nato. Noi stiamo con le donne e gli uomini del Kurdistan”, ha detto Renzi dal palco. “Siamo cittadini del mondo e non possiamo chiudere gli occhi davanti a quello che sta accadendo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle del Kurdistan”, ha aggiunto il leader di Italia Viva. Lungo applauso della platea al termine del collegamento via Skype con una comandante curda a Kobane. “Sono dieci giorni che va avanti la battaglia e si sta estendendo in tutto il nord della Siria – ha raccontato la comandante -. Ora i combattimenti si fanno più vicini. Sono già migliaia i civili uccisi, centinaia di mutilati. Le persone che sono state costrette a lasciare le loro case e stanno utilizzando le scuole come rifugi”.
“CONFRONTO POLITICI DA PAESE CIVILE” – “E’ un paese civile quello in cui Salvini e Renzi, Berlusconi e Zingaretti si confrontano. In questi confronti il giornalista fa l’arbitro. D’ora in poi noi il confronto lo faremo con gli avversari politici, non con i giornalisti”.
“GRAZIE CANTONE “- “Tra le tante persone che sono passate da questo palco della Leopolda in questi dieci anni e che voglio ricordare perchè ha lasciato un segno, ne scelgo una, una sola: in queste settimane ha rassegnato le dimissioni un magistrato che per anni ha lavorato con noi, Raffaele Cantone, per anni un esempio a livello internazionale nella lotta alla corruzione. Sono orgoglioso che sia stato il mio governo a dar vita all’Autorità nazionale anticorruzione”, ha sottolineato Renzi. “Un grande applauso dalla Leopolda per Raffaele Cantone nel momento in cui lascia l’Anac, per chi lotta davvero contro la corruzione e non fa spot, ma fa la buona politica”, ha aggiunto.
“CON TASSA PLASTICA NON CAMBI IL MONDO” – “Non è mettendo una tassa sulla plastica che cambi il mondo…”, dice Renzi introducendo alcuni interventi dal palco sull’ambiente. “E poi – aggiunge – hanno messo un miliardo di euro di tasse sulla plastica e tutti zitti, con noi per un centesimo sui sacchetti di plastica è successo il finimondo”.