Dopo due anni di lavoro e a quasi quarant’anni, dal sisma del novembre del 1980, stamani ha riaperto al pubblico la chiesa di San Domenico, un gioiello che risale al XII secolo, vera e propria testimonianza della città normanna e del suo passato. Alla cerimonia erano presenti il prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, il sindaco di Aversa, Alfonso Golia, don Ernesto Rascato, incaricato diocesano per i beni culturali, il direttore del Fec – Fondo edifici di culto, Angelo Carbone, insieme ad autorità civili ed ecclesiastiche.
Quella di San Domenico è una storia straordinaria che comincia con la testardaggine di un cittadino, l’ingegnere Pasquale Leggiero, che si mette in testa di cercare fondi e competenze per recuperare e restaurare la Chiesa del 1200 e ci riesce. La chiesa, di proprietà del Fec (Fondo Edifici di Culto gestito dal Ministero dell’Interno) che, di fatto, l’aveva abbandonata a sé stessa, è stata ceduta alla Diocesi qualche giorno fa. Situata nel centro più antico della città, venne edificata nel 1278 da Carlo I d’Angiò e dedicata dallo stesso allo zio San Luigi IX re di Francia, al di sopra di una struttura ancora più antica, risalente addirittura alla fondazione normanna di Rainulfo Drengot. È una delle poche chiese di fondazione normanna a conservare la navata unica. Subì un restauro radicale intorno al 1742, con la magnifica facciata barocca, realizzata su progetto del noto architetto napoletano Filippo Raguzzini dell’abside, apponendo una veste barocca all’intera fabbrica.
Il complesso monacale fu abbandonato nel 1911, diventando Palazzo di Città e biblioteca civica, oltre ad ospitare molti reperti dalla vicina Atella. La chiesa fu chiusa definitivamente nel 1980, a seguito del terremoto. Solo nel 2014, per pochi giorni, fu riaperta al pubblico, grazie all’impegno dell’associazione «Normann», della quale è responsabile Leggiero che a breve coronerà il sogno del recupero complessivo. Una storia straordinaria che Pasquale Leggiero ha portato avanti senza soldi pubblici, ma raccogliendo la mano tesa di tanti, come quella della Confraternita del SS Rosario di Aversa che ha in affidamento la Chiesa, i sacerdoti don Clemente Petrillo e don Ernesto Rascato oltre che del vescovo Angelo Spinillo, e dei professionisti che hanno lavorato gratis: gli ingegneri Trasacco, Pagano, Costanzo, l’architetto Capasso.
A fare da sponsor: la Senesi (la società che gestisce il servizio di igiene urbana in città), il centro di riabilitazione Cinzia Santulli, l’Uniongas, la Stranormanna e la vetreria Paciello che ha donato i vetri. Gratuitamente ha lavorato anche il direttore dei lavori architetto Massimo Capasso con Vincenzo Molitierno. Da sottolineare anche i prezzi praticati dai restauratori che hanno lavorato con compensi “stracciati”.
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