Aversa – Se la città vuole essere davvero “plastic free” perché non attivare un metodo che l’ha vista all’avanguardia nel settore della diminuzione della quantità di rifiuto fatto di plastica grazie all’iniziativa di privati che proponevano l’uso del progetto “Garby”, dal nome dato ad un dispositivo che compatta e contiene fino a mille bottiglie in plastica al giorno, pari a 500 litri?
Dotato di tre bocche: una per la plastica Pet trasparente o azzurrina delle bottiglie di acqua, una per quella colorata, un’altra a scelta per il Polietilene ad alta densità di cui sono fatti i flaconi di shampoo, detersivi e creme, o le lattine di alluminio, oppure entrambi a seconda delle esigenze, il dispositivo “Garby” è automatico, viene svuotato al massimo tre volte al giorno e in un mese compatta dagli 800 chili a una tonnellata di materiale riciclabile?
Il progetto, che fu presentato ad Aversa nel mese di maggio del 2014, proponeva la trasformazione delle bottiglie di plastica, inserite in un apposito compattatore, messo in sede e gestito dalla società proponente, in buoni spesa da utilizzare presso un supermercato di via Saporito che ospitava la struttura. La riposta dell’utenza fu immediata e tale da rendere necessaria l’installazione di un secondo compattatore presso un altro supermercato della stessa catena, collocato in viale Europa. L’idea non fu raccolta dall’amministrazione in carica ma da allora il progetto “Garby” titolato “Rifiuti da Riciclo a chilometro zero” è diventato realtà in 40 Comuni – di cui 20 in Campania, uno di questi è Casaluce dove l’apparato è collocato nello spazio antistante il Municipio – 50 scuole e 160 supermercati della penisola che hanno “adottato” eco-compattatori, capaci di raccogliere plastica e alluminio e rilasciare ai cittadini buoni sconto da spendere negli esercizi commerciali.
Per fare degli esempi, in cambio di 50 bottiglie viene emesso uno sconto di due euro su una spesa da 20 euro, una riduzione del dieci per cento sul menù al ristorante, un servizio dall’estetista, una bibita gratis al pub. Anche se non si volesse o non fosse possibile coinvolgere le attività commerciali, l’Amministrazione potrebbe prevedere una riduzione della tassa sui rifiuti in cambio di un numero prefissato di bottiglie o lattine. In questo modo si ridurrebbe il volume del rifiuto prodotto fino a venti volte, secondo stime nazionali, e consegnato direttamente alle aziende di riciclaggio senza passare dalla discarica, per essere separato e compresso, né dai siti di stoccaggio. Sottraendo plastica e lattine alla raccolta indifferenziata, il Comune ne trarrebbe un vantaggio economico e, cosa non trascurabile, la plastica non finirebbe negli inceneritori.