“Possibile che lo Stato Italiano intenda tutelare un diritto sancito dalla Costituzione, qual è quello alla salute, obbligando i produttori di sigarette ad apporre sui pacchetti frasi che dovrebbero indurre il fumatore a smettere immediatamente, come quella particolarmente impressionante e grave in cui si legge ‘il fumo uccide, smetti subito’. Verrebbe da chiedere: allora perché tu, Stato, autorizzi la vendita di qualcosa tanto pericolosa apponendo il tuo simbolo sul pacchetto?”.
A porre la domanda è un lettore che correda l’interrogativo con una serie di foto riportanti scritte stampate su pacchetti di sigarette recanti tanto di simbolo del monopolio fiscale dello Stato Italiano. “Personalmente – aggiunge – sono vittima del fumo passivo che mi ha prodotto un tumore polmonare, attualmente in trattamento, che mi porterà alla tomba in tempi non precisabili. Ovviamente si tratta di un trattamento costoso che grazie a Dio mi ha fornito gratuitamente il sistema sanitario nazionale, ma mi chiedo se non forse stato meglio prevenire la mia malattia vietando il fumo in qualsiasi ambiente chiuso o aperto che sia in cui sono presenti persone non fumatrici”. “Considerando la spesa per curare le malattie provocate dal fumo, mi domando – conclude il lettore – se allo Stato convenga incassare denaro dalla vendita delle sigarette o spenderne per curare chi si ammala a causa del fumo, senza dimenticare i morti che provoca”.
Rispondere a questa domanda non è facile. Possiamo solo ricordare al lettore che i risultati di una ricerca effettuata recentemente hanno dimostrato come non vi sia stato un calo ma addirittura ci sarebbe stato un aumento delle malattie prodotte dal fumo passivo, vietato nei locali pubblici dal 2003, e quanto sia stato pesante il bilancio in termini economici per lo Stato il dover prendere provvedimenti per attivare centri antifumo e curare gli ammalati. Così che nella bilancia del cosiddetto “rapporto costo-beneficio”, in termini di denaro incassato per la vendita e speso per curare le malattie e risarcire i danni conseguenti, morti comprese, sia prevalso il piatto del costo.
Tant’ è che in Svezia, dal luglio 2019, è stato vietato il fumo anche all’aperto, anche con le sigarette elettroniche, in luoghi particolari, come spiagge e piazze, per farlo sparire del tutto entro il 2025. In Italia, al momento, c’è solo una mozione del Comitato Nazionale di Bioetica che raccomanda al Governo di vietare il fumo anche all’aperto. Al lettore auguriamo che la cura possa prolungargli la vita il più possibile e senza grandi sofferenze.