Whirlpool “è costretta alla cessazione dell’attività produttiva dal 1 novembre 2019” nello stabilimento di Napoli. L’azienda “prende atto con grande rammarico della mancata disponibilità del governo a discutere il progetto di riconversione del sito”. Lo comunica Whirlpool in merito alla cessione dello stabilimento campano alla società svizzera Prs che produce container refrigeranti e non più lavatrici. I lavoratori della Whirlpool hanno bloccato l’autostrada Napoli-Salerno dopo aver raggiunto in corteo la rampa di accesso.
Intanto, stamani gli operai sono usciti in strada dalla sede della fabbrica in via Argine dopo aver appreso le notizie sull’esito negativo dell’incontro a Roma tra la multinazionale e il Governo. Si sono registrati momenti di tensione. Poi hanno posto fine al blocco e sono tornati in fabbrica. Per Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania, l’azienda ha un comportamento irresponsabile.
Quello con i vertici di Whirlpool a Palazzo Chigi “è stato un incontro non positivo, nonostante la massima disponibilità del governo a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per continuare la produzione sul sito di Napoli non c’è stata nessuna apertura da parte di Whirlpool”. Così il ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli. L’azienda “continua a proporre come unica soluzione una cessione del ramo d’azienda sostanzialmente verso l’ignoto”, ha aggiunto.
“Misure non risolutive da parte del governo” – Le iniziative incluse dall’esecutivo nel decreto per la risoluzione delle crisi aziendali “sono misure non risolutive e che non possono incidere né sulla profittabilità del sito di Napoli nel lungo periodo, né sulla competitività di Whirlpool nella regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa)”, ha fatto sapere l’azienda. “Nonostante ingenti investimenti realizzati negli ultimi anni, lo stabilimento di Napoli non è più sostenibile per via di una crisi strutturale”.
Il sito Whirlpool di Napoli “opera infatti al di sotto del 30% della capacità di produzione installata a causa del drastico declino della domanda di lavatrici di alta gamma a livello internazionale e di congiunture macroeconomiche sfavorevoli”, si legge ancora in una nota diffusa dopo l’incontro a Palazzo Chigi.
L’azienda ha poi ribadito “la strategicità dell’Italia, dove sono impiegate circa 5.500 persone” e dove sono stati realizzati “investimenti significativi nel corso degli anni, arrivando a costruire la più forte presenza produttiva del settore”. In questo contesto, Whirlpool Emea “confida nella continua collaborazione con il governo italiano per supportare la propria forte presenza nel Paese e per garantire che gli investimenti rendano i propri impianti competitivi per il mercato globale”.