Aversa (Caserta) – Una città più insicura, intimorita quella che ieri mattina si è risvegliata a 24 ore dal clamoroso furto ai danni della filiale aversana della Unicredit nella centralissima piazza Vittorio Emanuele, dalla quale ignoti hanno portato via un’intera parete con circa novanta cassette di sicurezza e una cassaforte, dopo aver bloccato le vie d’accesso per le forze dell’ordine con tir, camion e autovetture (leggi qui).
Un modus operandi ritenuto dal procuratore di Napoli Nord, Francesco Greco, di matrice militare. Un’affermazione tanto più fondata se si pensa che, come ha evidenziato il responsabile del commissariato di Aversa, Vincenzo Gallozzi, che indaga sull’episodio, il furto, tra lo sfondamento delle vetrine di ingresso dell’istituto di credito, alla liberazione della parete di cassette di sicurezza con la fiamma ossidrica e il suo caricamento su un camion per poi darsi alla fuga, è durato appena nove minuti e quarantuno secondi, così come risulta dalle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella banca.
Tra le piste, non sottovalutata quella di una eventuale talpa interna alla banca. Acquisite anche telecamere relative al percorso che hanno seguito sia i malviventi per fuggire che per posizionare gli automezzi in modo da bloccare il traffico veicolare nella città normanna. Gli investigatori hanno anche accertato che tutti i mezzi utilizzati in via Saporito, in via Roma, in via Presidio sono tutti stati oggetto di furti avvenuti in Campania. Non hanno, però, voluto essere più precisi per non pregiudicare le indagini. Tutto questo mentre sono decine i titolari delle 84 cassette di sicurezza disperati per quanto avvenuto in considerazione del valore, soprattutto affettivo, ma non solo, che aveva il contenuto delle cassette stesse. Ora si prospetta un risarcimento forfettario da parte dell’assicurazione che, quasi in tutti i casi, sarebbe ben lontano dal valore degli oggetti e delle somme di danaro conservato in banca. Intanto, tiene banco il tema della sicurezza.