Favorirono la latitanza del super boss Antonio Orlando, alias “Mazzolino”, a capo dell’omonimo clan egemone tra Marano di Napoli, Quarto e Calvizzano. I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, a Marano, Voghera, Tolmezzo e L’Aquila, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso e favoreggiamento personale, aggravati dalle finalità mafiose, oltre che, per uno di loro, inosservanza delle prescrizione imposte dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. Tra i destinatari della misura detentiva figura Antonio Orlando, detto “Mazzolino”, arrestato un anno fa e oggi in regime di 41 bis.
L’indagine, condotta dal nucleo investigativo di Castello di Cisterna e coordinata dal pm della Dda Maria Di Mauro e dal procuratore aggiunto della Dda partenopea, Giuseppe Borrelli, ha consentito di individuare la rete dei soggetti che hanno favorito la latitanza del predetto Antonio Orlando e disvelare, al contempo, l’assetto organizzativo del clan “Orlando”. Gli investigatori hanno accertato come gli indagati avessero fornito assistenza all’allora latitante, locando un immobile a Mugnano di Napoli, occupandosi di tutte le relative incombenze, evitando così di far esporre direttamente l’Orlando, mettendogli a disposizione, inoltre, veicoli a lui non riconducibili per favorirne gli spostamenti. E’ stato documentato, inoltre, come uno degli indagati avesse consegnato ad Antonio Orlando i propri documenti (tra i quali carta di identità e patente di guida) sui quali era stata apposta la fotografia del latitante affinché questi potesse girare liberamente e condurre veicoli. Inoltre, altri indagati hanno stipulato per conto di Orlando contratti per la fornitura del gas, dell’energia elettrica e addirittura per la sottoscrizione di un contratto Sky.
Tra gli arrestati figurano anche l’apicale Esposito Luigi, alias “Gigino e Celeste” che, appena scarcerato nell’estate 2017 dopo anni di detenzione, si era rimesso al vertice del clan e Sabatino Russo, già vicino ai clan giuglianesi, entrambi già arrestati circa due mesi fa perché ritenuti responsabili di estorsione aggravata dai metodi e dalle finalità mafiose. A questi ultimi è stato contestato il reato di associazione di tipo mafioso: Esposito Luigi con il ruolo di promotore e dirigente del sodalizio avendo coordinato le varie illecite attività sul territorio, Russo Sabatino quale organizzatore, avendo avuto inoltre il compito di gestire la latitanza di Antonio Orlando, curandone la logistica e provvedendo ad ogni sua esigenza, dai viveri alle cure mediche, recandosi presso il covo del latitante anche per ricevere disposizioni da riportare ai vertici del clan che ha inglobato tra le proprie fila anche esponenti dei clan Nuvoletta e Polverino. IN ALTO UN VIDEO