“Che c’entra la droga? Salvini perde sempre l’occasione per stare zitto”. Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ribatte al leader leghista che, dopo la sentenza che ha condannato a 12 anni due carabinieri, ha detto che il caso “dimostra che la droga fa male”. “Stefano non è morto di droga. – ha detto Ilaria – Contro questi personaggi ci siamo dovuti battere per anni. Tanti sono stati chiamati a rispondere in un’aula di giustizia e non escludo che il prossimo possa essere Salvini”.
Anche Luigi Di Maio ha criticato le parole dell’ex collega vicepremier: “Salvini, non puoi dire che la sentenza su Cucchi dimostra che la droga fa male. Cosa significa? Che se uno sbaglia nella vita deve essere pestato a morte? Credo che sarebbe meglio porgere le scuse”.
Nel processo per la morte di Stefano Cucchi sono stati riconosciuti colpevoli di omicidio preterintenzionale i due carabinieri Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo. I giudici della Corte d’assise di Roma hanno comminato una pena di 12 anni per i due militari. Assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale l’imputato-teste Francesco Tedesco, condannato a due anni e sei mesi per falso. Il maresciallo Roberto Mandolini, ex comandante della stazione Appia, è stato condannato a tre anni 8 mesi per falso mentre è stato assolto dall’accusa di calunnia dopo che il reato è stato riqualificato in falsa testimonianza. Assolto dall’accusa di calunnia anche il carabiniere Vincenzo Nicolardi.
Assolto uno dei medici, prescritte accuse per gli altri quattro – I giudici hanno inoltre assolto uno dei cinque medici imputati, Stefania Corbi, per “non aver commesso il fatto”. Prescritte invece le accuse per il primario del reparto di Medicina protetta dell’ospedale dove fu ricoverato il geometra romano, Aldo Fierro, e per altri tre medici Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo. Per tutti il reato contestato era di omicidio colposo.
Ilaria Cucchi: “Adesso Stefano potrà riposare in pace” – “Oggi ho mantenuto la promessa fatta a Stefano dieci anni fa quando l’ho visto morto sul tavolo dell’obitorio. A mio fratello dissi: ‘Stefano ti giuro che non finisce qua’. Abbiamo affrontato tanti momenti difficili, siamo caduti e ci siamo rialzati, ma oggi giustizia è stata fatta e Stefano, forse, potrà riposare in pace”. Così Ilaria Cucchi subito dopo la sentenza. “Ci sono voluti 10 anni e chi è stato al nostro fianco ogni giorno sa benissimo quanta strada abbiamo dovuto fare. Ringrazio tutti coloro che non ci hanno abbandonato e ci hanno creduto, assieme a noi”, ha aggiunto.
Il generale Nistri: “Ancora più forte il nostro dolore” – Dopo la sentenza, il comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri commenta: “Abbiamo manifestato in più occasioni il nostro dolore e la nostra vicinanza alla famiglia per la vicenda. Un dolore che oggi è ancora più intenso dopo la sentenza di primo grado che definisce le responsabilità di alcuni carabinieri venuti meno al loro dovere, con ciò disattendendo i valori fondanti dell’istituzione”. “Sono valori – riprende – a cui si ispira l’agire di 108mila carabinieri che, con sacrificio e impegno quotidiani, operano per garantire i diritti e la sicurezza dei cittadini, spesso mettendo a rischio la propria vita, come purtroppo testimoniano anche le cronache più recenti”.
Genitori Cucchi: “Avanti per la verità, lo abbiamo giurato sul corpo di Stefano” – “Andremo sempre avanti. Lo abbiamo giurato davanti a quel corpo martoriato. A Stefano abbiamo promesso di andare avanti per avere verità e giustizia. Questo è il primo passo e andremo avanti fino alla fine, ma oggi è già tanto e vogliamo ringraziare la procura di Roma e tutte le persone che ci sono state vicine”. Così i genitori di Stefano Cucchi, Rita e Giovanni, dopo la lettura della sentenza.