Quattro persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari dai finanzieri del gruppo di Aversa nell’ambito della operazione “Carbonella”, nata un’indagine sull’indebita percezione di assegni di invalidità ai danni dell’Inps. Si tratta di quattro indagati, rispettivamente residenti a Caivano, San Marcellino, Casapesenna e Lusciano, accusati dei reati di corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso. Si tratta di Pasquale Carbone (nella foto), 58 anni, ex sindaco di San Marcellino; Michele Russo, responsabile del patronato Caf di Aversa; Salvatore Ambrosio, medico esterno dell’Inps; e Benito Di Costanzo, ritenuto il procacciatore di clienti.
Medico e titolare Caf complici – L’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, diretta dal procuratore Francesco Greco, ha avuto origine dall’accertamento di due episodi connessi al rilascio di falsi certificati di invalidità civile nei confronti di soggetti dimoranti nell’agro aversano. Le successive indagini hanno consentito, secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal giudice per le indagini preliminari, di ricostruire il modus operandi utilizzato per conseguire indebitamente le erogazioni pubbliche: gli indagati, tra i quali anche il titolare di un Caf di Lusciano nonché collaboratore di un patronato di Aversa, per garantire il riconoscimento delle invalidità ai loro parenti ed amici, si erano avvalsi della complicità di un medico, presidente di una commissione medico-legale nonché collaboratore esterno dell’Inps di Caserta, il quale, ottenuto l’illecito compenso, aveva quindi falsamente certificato a favore dei due beneficiari, senza neppure sottoporli alle prescritte visite mediche, una percentuale di invalidità tale da fargli ottenere la relativa indennità, unitamente alla prestazione aggiuntiva dell’accompagnamento e agli altri benefici previsti dalla legge 104/92.
Il sistema usato dal medico – Gli ulteriori approfondimenti investigativi consentivano, inoltre, di individuare altre 75 pratiche di riconoscimento di invalidità civile gestite dallo stesso medico che presentavano irregolarità istruttorie. Nella maggioranza dei casi, il medico effettuava l’accesso allo specifico portale e, dopo aver creato false commissioni, delle quali facevano parte altri ignari medici, attestava telematicamente la falsa invalidità senza, evidentemente, aver effettuato alcuna visita medica e senza aver esaminato il relativo fascicolo sanitario, peraltro in molti casi mai creato. Alcuni dei beneficiari, sottoposti a visita di revisione straordinaria da parte di un’apposita commissione medico-legale inviata dalla direzione generale dell’Inps di Roma, sono risultati sprovvisti dei requisiti necessari per il riconoscimento dell’invalidità civile, altri, di quelli previsti per l’assegnazione di una percentuale di invalidità tale da permettere l’ottenimento dei benefici aggiuntivi di legge.
La dipendente dell’Inps di Aversa – Le indagini, infine, consentivano di individuare delle anomalie nella gestione dell’ufficio liquidazioni dell’Inps di Aversa dove una dipendente addetta al pagamento delle indennità di invalidità civile, in concorso con il collaboratore del Caf di Aversa, accelerava i pagamenti delle stesse indennità, inducendo alcuni degli utenti a pagare, per tale ragione, un prezzo di circa 250 euro per ciascuna pratica, in alcuni casi corrisposto attraverso l’elargizione di altre utilità. Proprio grazie a tali visite straordinarie di revisione, le false pensioni di invalidità civile, le indennità di accompagnamento e i venefici della legge 104/92 venivano tutti revocati, facendo così risparmiare alle casse dello Stato una somma stimata intorno ai 100mila euro mensili.
Indagati anche i beneficiari – All’esito degli accertamenti le persone risultate beneficiarie del sistema fraudolento venivano tutte indagate, in concorso con il presidente della commissione medico-legale, per truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e falso.
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