Sono cinque i cadaveri ritrovati fino ad ora, fra spiaggia e mare, dopo il naufragio di ieri sera ad un miglio dall’isola dei Conigli di Lampedusa. I corpi privi di vita di tre donne sono stati recuperati in mare da una motovedetta della Guardia Costiera, quelli delle altre due ritrovati a terra da personale della Guardia di Finanza. Nel frattempo, le operazioni di ricerca proseguono con l’impiego di mezzi aerei della Guardia Costiera e di Frontex. Le attuali condizioni meteo-marine nell’area di Lampedusa sono in continuo peggioramento, con onde alte fino a 4 metri.
I primi cadaveri recuperati, dopo il naufragio avvenuto ieri a un miglio dalla costa di Lampedusa, sono stati portati a braccia sul ripido e scosceso sentiero, di circa 4 chilometri, che collega Cala Galera con la strada. Si cercano ancora circa 20 dispersi Sono dunque in corso dalla notte scorsa le ricerche in mare in seguito al naufragio avvenuto ieri davanti alle coste di Lampedusa. I 149 migranti tratti in salvo dalle motovedette della Guardia Costiera, tra i quali 13 donne e 3 bambini, hanno riferito che sul barcone vi erano altre venti persone che risultano disperse. La barca, che non aveva richiesto aiuto né segnalato la sua posizione alla Guardia Costiera, si è capovolta a causa del mare in tempesta.
E’, intanto, approdata al molo Norimberga del porto di Messina la nave Ocean Viking di Sos Méditerranée e Medici senza Frontiere con 213 migranti a bordo. Ad accogliere i profughi il personale della Prefettura, della Questura, della Guardia di Finanza, del Comune, dell’Asp e diverse associazioni di volontariato. La decisione di indicare Messina come porto sicuro è stata presa dopo che Italia, Germania, Francia e Malta hanno congiuntamente richiesto alla Commissione europea l’attivazione della procedura di ricollocamento dei migranti salvati in diverse operazioni dalla Ocean Viking. L’intervento europeo è stato sollecitato da tutti i Paesi che hanno condiviso il pre-accordo de La Valletta. I migranti saranno adesso trasferiti nel centro di primo soccorso ed identificazione di Messina, accanto alla caserma Gasparro.
Avviata, inoltre, la procedura per la ricollocazione a livello europeo dei migranti a bordo delle navi della Open Arms e della Aita Mari. La richiesta di ridistribuzione, fa sapere il Viminale, è stata presentata congiuntamente dai quattro Paesi che hanno condiviso il pre-accordo de La Valletta: Italia, Germania, Francia e Malta. Sulla scorta di tale richiesta, Taranto e Pozzallo sono stati individuati come porti di sbarco per i migranti a bordo, rispettivamente, della Open Arms e della Aita Mari. IN ALTO IL VIDEO